“Anime bianche” Un videoclip con la Cgil per Nando Misuraca : “Vi racconto mio padre, una morte bianca ancora in cerca di giustizia”
“53 anni, moglie e due figli, morto in una voragine a Napoli nel ’99, dopo vent’anni ancora senza giustizia. Era mio padre”.
A parlare è Nando Misuraca, cantautore, giornalista e produttore discografico, sfortunato protagonista suo padre Bruno, deceduto sul lavoro il 5 maggio del 1999 nel crollo di un cortile nello storico quartiere Materdei a Napoli , una morte innocente che ancora chiede giustizia.
Il musicista napoletano dedica a lui ed a tutti i caduti sul lavoro il nuovo singolo intitolato “Anime bianche“, il cui videoclip è stato realizzato dall’etichetta indipendente Suono Libero Music con il contributo della CGIL Fillea. L’opera è stata presentata in anteprima durante il V Convegno della Federazione Italiana dei Lavoratori del Legno, dell’ Edilizia, delle industrie Affini ed estrattive: “Ringrazio il Segretario Generale Giovanni Sanninoper aver sposato il mio progetto, è importante per me sentire la loro vicinanza su di un tema tanto importante e mi fa ben sperare per il futuro”
Ed è lo stesso Misuraca a spiegare la mission di quest’operazione: “Voglio raccontare la storia di mio padre e con lui aprire uno spiraglio di sensibilizzazione su tutte le morti bianche rimaste per troppo tempo nell’ombra. Ogni anno in Italia sono circa 150 le vittime sui cantieri, e con loro a morire sono le vite dei superstiti delle famiglie d’appartenenza, esattamente come è successo a noi. Uno tsunami che ti cambia la vita per sempre”.
LA STORIA
Una vicenda drammatica quella del geometra Bruno Misuraca, che tenne incollati gli italiani per tre lunghissimi giorni fino a quando, dopo l’intervento dei mezzi pesanti, solo grazie ai cani labrador fu individuato il corpo dell’uomo inghiottito in una cavità di circa 30 metri apertasi sotto i suoi piedi da un cortile di uno stabile a cui non erano state fatte le dovute bonifiche del sottosuolo, reso friabile dalle continue piogge di quei giorni.
Tre furono i condannati: la ditta Leime nella persona del titolare Vincenzo Migliore, l’Architetto Luigi Russo (direttore dei lavori) ed il ragioniere Paolo Sansone (amministratore del condominio di Vico Santa Maria della Purità numero 44).
Per loro condanna di un anno e mezzo di reclusione ed una provvisionale di 100 mila euro mai corrisposta ai superstiti grazie ad un incredibile reticolo di “scatole cinesi” abilmente tessuto dalla ditta e nullatenenza varia degli altri due condanati, condito con la solita burocrazia tutta italiana fatta di rinvii e attese lunghissime, come racconta lo stesso Misuraca: “abbiamo speso oltre 50 mila euro per dare giustizia a mio padre e, ad oggi, abbiamo ricevuto un nulla di fatto. Lo Stato è assente per le famiglie dei caduti sul lavoro che, sono morti di serie B rispetto ad altre tragedie più tutelate. Penso alle vittime di mafia o ai militari, a cui va la mia vicinanza ma che, possono godere di maggiore solidarietà dalle Istituzioni”.
Gli occhi lucidi ed un ricordo del padre: “Era un uomo buono, leale ed amato da tutti. Lo chiamavano “il sindacalista” perché , da geometra capocantiere, si batteva per i diritti dei suoi operai, dai semplici caschi alle cinture di sicurezza. La vita, è tristemente bizzarra e ce l’ha tolto così, per una cosa per cui si era sempre battuto”.
“Anime bianche” viene dopo il successo del precedente singolo “Mehari Verde” dedicato al giornalista Giancarlo Siani e presentato al “Premio Elsa Morante” all’Auditorium Rai e sarà contenuto nell’album “Inconsapevoli eroi” di prossima uscita.
Il videoclip girato in un vero cantiere e diretto dal film-maker Claudio D’Avascio vede la partecipazione dell’attrice Valeria Frallicciardi e degli esordienti Luigi ed Antimo Segreto: “mio padre è un eroe inconsapevole della società civile. Grazie al suo sacrificio si è evitata una carneficina dell’intero palazzo che era totalmente a rischio”.
Poi prosegue e conclude: “ Per me è un esempio di rettitudine ed era soprattutto un papà pieno d’amore. Aveva un alto senso del dovere nei confronti della propria famiglia e rispetto nella sacralità del lavoro. Nessuno dovrebbe morire per portare il pane a casa. Le “morti bianche” sono un problema vero su cui lo Stato italiano deve concentrarsi e fare chiarezza intervenendo duramente punendo i colpevoli e garantendo ai superstiti un futuro, perché la criminalità è anche nell’inadempienza e nel silenzio che sanno creare queste perdite”.