Figc: Gravina eletto presidente con il 97,2% dei voti
Gabriele Gravina, candidato unico alla presidenza della Figc, è stato eletto alla prima votazione dall’assemblea della Federcalcio riunita a Roma, col 97,20% dei voti.
Gravina, da poco dimessosi dalla presidenza della Lega Pro, ha ottenuto 472,15 voti, sui 485,77 accreditati, pari al 97.20%. Le schede bianche sono state 13.62 (2,80%).
“Cambiamo verso e direzione, puntiamo a coltivare la passione di tanti dirigenti del calcio italiano, per far sì che ci sia la massima professionalità”, ha detto Gravina ringraziando per il sostegno ricevuto. “Risponderemo con i fatti, i comportamenti e il lavoro. Bisogna saper sognare, progettare e credere. Il calcio non può più aspettare, andiamo insieme”.
Tra le priorità del neo presidente la formazione del nuovo Consiglio federale. “Credo sia un gravissimo errore strategico partire senza un consiglio al completo.
Spero che nell’arco di qualche ora, sarà il primo punto che risolveremo in tempi rapidissimi in modo che già dalla settimana prossima ci sia la possibilità di convocare il primo consiglio federale”.
All’assemblea, che si compone di 274 delegati tra rappresentanti delle società della Leghe, degli atleti, dei tecnici e degli arbitri, erano presenti i massimi vertici del calcio italiano e internazionale, tra i quali il presidente della Fifa, Gianni Infantino, il vice segretario Zvonimir Boban e il membro del board internazionale Evelina Christillin, il responsabile Uefa per lo sviluppo delle federazioni nazionali, Thierry Favre, il numero uno del Coni, Giovanni Malagò.
In sala, in rappresentanza del governo, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Simone Valente. Presenti i presidente delle leghe e delle componenti, e in prima fila anche il ct della Nazionale, Roberto Mancini.
“Questa assembla ci vede compatti e finalmente pronti ad raggiungere un obiettivo comune. Io sento forte la responsabilità di dare alla squadra che guiderà la federazione un programma chiaro, preciso e condiviso.
Dopo un anno in cui il calcio ha dato segni forti di divisione ed egoismo, bisogna lavorare per l’unità”, aveva detto Gabriele Gravina, nel suo intervento programmatico, intervenendo in assemblea dopo Roberto Fabbricini, commissario straordinario Figc.
“Dobbiamo fare squadra tra di noi e, nel rispetto dei ruoli, con tutte le istituzioni vicine, il Coni ed il governo”, aveva proseguito Gravina. “Servono riforme di sistema, inclusive e basate sulla sostenibilità che diano forza alla base del movimento.
Per crescere serve un intervento strategico, bisogna puntare sulla qualità in tutti gli ambiti. Le difficoltà le conosco e so come la mia azione dovrà essere decisa e determinata ma anche accorta e inclusiva per dare al calcio serenità e certezze. Questa è una occasione storica di rilancio, il riscatto comincia oggi. Tutti insieme calciamo”.
“Il nostro sistema deve essere in grado di sostenere i presidenti con strumenti utili in un quadro competitivo, non a progetti che aprono la strada a persone inaffidabili.
Le uniche porte che saremo felici di chiudere saranno quelle sbattute in faccia a speculatori che dal nostro mondo tanto prendono e nulla lasciano”, ha aggiunto ancora. “In questi anni”, aveva sottolineato ancora Gravina, “il calcio ha dato segni forti di instabilità. Individualismo e frammentazioni: non è il mio calcio”.
“Il calcio che vorrei è quello dei giovani, che non fa differenze di genere, che punta sempre di più al calcio femminile, un calcio sostenibile, delle famiglie, in grado di fare impresa, che si giochi in impianti moderni e funzionali, attento alla tecnologia, il calcio di un’Italia nel mondo con la nostra nazionale di nuovo nelle competizioni internazionali con ritrovati talenti”.