Spesa sociale. Clemente (ARSSAB) “I comuni arrancano nell’indifferenza della Regione”.
È degli ultimi giorni il dato sull’aspettativa di vita dei lucani, di 82,4 anni. Numeri che vanno al di sotto della media nazionale e sui quali è intervenuto il presidente dell’Associazione Regionale Strutture Socio Assistenziali della Basilicata, Vincenzo Clemente, da sempre attento al benessere degli anziani, considerato l’alto numeri di ospiti presenti nelle strutture associate all’Arssab.
“È importante concentrare l’attenzione sui nostri anziani. Loro rappresentano un tesoro importante per tutti noi, un patrimonio inestimabile che va preservato.
E per farlo è necessario garantire loro serenità attivando politiche mirate all’invecchiamento attivo. Investire maggiori risorse per raggiungere questo obiettivo dovrebbe essere ai primi posti nella classifica delle priorità da perseguire per la politica regionale.
Purtroppo, però, da quanto emerge dai recenti dati Istat sulla spesa sociale dei Comuni, stiamo facendo passi indietro. Ho sempre lamentato quanto troppo lunga sia la strada da percorrere affinchè si possa definire la Regione Basilicata attenta alle vicissitudini degli anziani.
E i numeri, purtroppo, danno ragione ai miei timori, che sono tutt’altro che infondati. Le risorse destinate agli anziani, invece di aumentare, diminuiscono. La spesa sostenuta dai comuni lucani per ciascun residente si ferma ai 60 euro, a fronte dei 116 euro della media nazionale. Una differenza che non può lasciare indifferente chi ci governa.
Gli enti locali arrancano e registrano sempre più difficoltà nell’assicurare misure di sostegno economico e sociale. E questo è un segnale preoccupante che però sembra non toccare minimamente le coscienze di quanti continuano a gestire con superficialità le politiche del settore socio-assistenziale della Regione Basilicata.
Si assiste ad un decremento della spesa destinata agli anziani, e nulla viene fatto per dare un maggiore sostegno e migliorare la condizione sociale di uomini e donne che dopo aver vissuto una vita piena di sacrifici e dedita al lavoro, altro non chiedono che ricevere l’attenzione e le cure che meritano.
Se oggi al Sud viene impiegato soltanto il 10% delle risorse destinate servizi socio-assistenziali, allora forse è arrivato il momento di porsi qualche domanda e cercare di trovare le risposte giuste ad un problema, la sufficienza con cui vengono trattate le fasce deboli e in particolare gli anziani, che ancora permane”.