POLITICHE DI SVILUPPO: FRANCONI SCRIVE LETTERA AL PRESIDENTE CONTE
“Dopo aver ascoltato la Sua proposta di un nuovo patto di sviluppo per la Basilicata e sull’importanza dei tempi, ritengo opportuno ricordare le maggiori criticità che la Regione Basilicata sta incontrando nelle sue politiche di sviluppo e di coesione sociale. Criticità e commenti che avrei potuto consegnarle a voce se mi avesse dato la possibilità di porgerLe i saluti della Regione”
La presidente facente funzione della giunta regionale della Basilicata, Flavia Franconi, ha scritto una lettera al presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte. Di seguito il testo integrale:
Illustrissimo Presidente Giuseppe Conte,
In occasione della Sua recente visita in Basilicata, Ella ha manifestato il proprio entusiasmo per gli interventi di aiuto allo sviluppo del Mezzogiorno e segnatamente della Basilicata che sono e saranno posti in essere dal Suo Governo ivi compreso il nuovo piano di sviluppo della Basilicata ancora non finanziato.
Dopo aver ascoltato la Sua proposta di un nuovo patto di sviluppo per la Basilicata e sull’importanza dei tempi, ritengo opportuno ricordare le maggiori criticità che la Regione Basilicata sta incontrando nelle sue politiche di sviluppo e di coesione sociale. Criticità e commenti che avrei potuto consegnarle a voce se mi avesse dato la possibilità di porgerLe i saluti della Regione.
In breve, ricordo che le risorse programmate dalla Regione Basilicata per il periodo 2014-2020 ammontano a circa 3,954 miliardi di euro (provenienti da FESR, FSE, FEASR, da risorse nazionali FSC e da risorse regionali dei programmi finanziati con le royalties petrolifere e dell’acqua) e che entro il 31 dicembre 2018 sono stati raggiunti e superati dalla Regione Basilicata i target di spesa fissati dalla Commissione Europea. Tuttavia avremmo potuto fare molto meglio se non avessimo incontrato criticità attuative che non possono essere imputate solo alla regione Basilicata, ma al anche al governo da Lei presieduto.
In particolare:
– Tempi e procedure ANAS per le infrastrutture stradali non sostenibili. Risultano ancora non progettati dall’Anas numerosi tratti stradali finanziati nel Patto Basilicata con fondi FSC, progettazioni sollecitate numerose volte dalla Regione Basilicata.
– Trasferimento in tempi rapidi e certi dei fondi derivanti dalle royalties (art 45 della legge n. 99 del 2009). Tali fondi sono destinati a misure di sviluppo economico e all’attivazione di una social card (attraverso tali fondi è stato possibile attuare il reddito minino d’inserimento dal settembre 2018, un precursore del reddito di cittadinanza, a Lei tanto caro).
Vista l’importanza dei tempi, come da Lei più volte affermato all’incontro tenuto al teatro Stabile di Potenza, chiedo il Suo intervento fattivo anche per accorciare i tempi dell’amministrazione centrale, relativamente ai provvedimenti che riguardano la Regione Basilicata.
Visto, Inoltre, che ha portato la proposta di un nuovo patto per la Basilicata senza definirne la posta finanziaria mi preme ricordarLe che nella legge di Bilancio varata dal Suo Governo vi sono alcuni provvedimenti che penalizzano fortemente il Meridione e, quindi, la Basilicata.
Mi riferisco, ad esempio:
a) Al mantenimento della regola (introdotta dal decreto-legge 243/2016 convertito in Legge 18/2017) che vuole il 34% dei finanziamenti pubblici destinati al Mezzogiorno, a fronte del decreto applicativo che è stato differito, dal Suo governo, al 30.06.2019 rimandando al DEF l’individuaizone dei capitoli interessati. Infine, la regola è stata allargata ad ANAS e FS, società di diritto privato che investono ove reputano opportuno. Ciò ha svuotato di concretezza la previsione.
b) Credito di imposta per le imprese. La riduzione di 150 milioni della dotazione residua a disposizione del Credito d’imposta per investimenti nel Mezzogiorno è in controtendenza se si considera che ad agosto 2018, quindi nel primo anno e mezzo di operatività, sono stati avviati dalle imprese programmi di investimento nel Sud per 6 miliardi di euro che utilizzano circa 2 miliardi di credito d’imposta; quindi la dotazione di 2,4 miliardi è già quasi esaurita e sarebbe stato auspicabile incrementarla e non ridurla.
c) Riduzione dei fondi per lo sviluppo. Si rischia un rallentamento nell’attuazione dei programmi e dei progetti sia a causa della riduzione delle autorizzazioni di spesa sul FSC da 2.641 a 1.306 milioni nel 2019 (Patti per il Sud), sia a causa della riduzione delle risorse a disposizione del cofinanziamento nazionale degli interventi comunitari (Fondi strutturali europei) da 2.600 a 1.750 milioni nel 2019 e da 6.950 a 2.150 milioni nel 2020 (spostamento su annualità successive). A ciò si aggiunge la riduzione degli importi allocati per i contratti di sviluppo: 210 milioni per il triennio 2019-21 contro i 900 milioni per il solo 2018 stanziati dal precedente Governo.
Visto tutto ciò appare difficile, anzi molto difficile, proporre nuove idee progettuali su infrastrutture e sulle politiche di sviluppo senza che sia noto l’ulteriore stanziamento aggiuntivo.