Per il Città delle 100 Scale, il 4 ottobre Babilonia Teatri porta in scena PADRE NOSTRO
Allo Stabile, una sorta di Hansel e Gretel al contrario, ma senza i canoni e il linguaggio della fiaba
PADRE NOSTRO di Babilonia Teatri è una sorta di Hansel e Gretel al contrario, vent’anni dopo, ma non è una fiaba. Sulla scena ci sono realmente un padre con i suoi due figli adolescenti: babbo e figli nella vita e sulla scena. Padre nostro è un ritratto di famiglia dove niente è al suo posto.
L’appuntamento con lo spettacolo Padre nostro di Babilonia Teatri è all’interno del cartellone del Città delle 100 Scale festival venerdì 4 ottobre alle 20:30 nel teatro F. Stabile di Potenza.
BABILONIA TEATRI
È tra le compagnie più innovative del panorama teatrale contemporaneo, distinguendosi per un linguaggio che da più parti è definito pop, rock, punk. Si è imposta per il suo sguardo irriverente e divergente.
Il suo stile, fuori dagli schemi, intende il teatro come specchio della società e della realtà. Crede nella potenzialità del teatro di interrogare e interrogarsi su questioni, tematiche, situazioni problematiche.
Attraverso l’uso intelligente di nuovi codici visuali e linguistici muove la necessità e l’urgenza dell’interrogazione, per far emergere conflitti e tensioni, con ironia e cinismo, affetto e indignazione. Attraverso il teatro, gli spettacoli di Babilonia Teatri mettono in gioco l’idea stessa di normalità.
La compagnia vince nel corso degli anni numerosi riconoscimenti tra cui il premio Scenario, due Ubu, l’Hystrio alla drammaturgia, il Franco Enriquez per l’impegno civile, il riconoscimento dell’Associazione nazionale dei critici di teatro, il Leone d’argento per l’innovazione teatrale alla Biennale di Venezia.
Oltre che nelle principali città italiane, gli spettacoli sono stati ospitati in Francia, Germania, Austria, Ungheria, Bosnia-Erzegovina, Croazia, Colombia e Russia. Enrico Castellani e Valeria Raimondi, fondatori della compagnia nel 2006, sono i direttori artistici di Babilonia Teatri.
Drammaturghi, autori, registi e attori, hanno base a Verona. Dirigono la compagnia dalla sua nascita, occupandosi dell’ideazione, della scrittura, della messa in scena, della regia e in molti casi dell’interpretazione dei lavori del gruppo.
Hanno firmato tutte le produzioni Babilonia Teatri, tra cui “David è morto”, “Ho un lupo nella pancia”, “Inferno”, “Pinocchio”, “Made in Italy”, “Underwork”. Numerosi anche i progetti speciali, tra cui “Con il mare facevamo il pane”, “Maledetta primavera”, “The rerum natura”, “Il mio nome è musa” e “Special price”.
Olga e Zeno, i nostri Hansel e Gretel, hanno portato il loro padre lontano, l’hanno bendato e legato a una sedia. Ora i ruoli sono invertiti, ora sta a lui, al padre, trovare la strada per tornare a casa, trovare un posto nel mondo. Per farlo deve delle spiegazioni ai suoi figli. Hansel e Gretel vogliono conoscere tanti perché.
Perché il loro padre li ha portati nel bosco? Perché li ha abbandonati? In nome di cosa? Perché ha scelto per loro quella casa?
Quella scuola? Quella madre? Hansel e Gretel sono spietati. Danno vita a un vero e proprio interrogatorio. Il padre vacilla. Si difende. Si giustifica. Infine alza le braccia in segno di resa.