Arpab, approvata la nuova Legge di Riforma
Il 15 gennaio, presso il Consiglio Regionale di Basilicata, è stata approvata, con 13 voti favorevoli del centrodestra e 2 contrari, la Legge di Riforma e Riordino dell’Arpab – Agenzia Regionale di Protezione dell’Ambiente.
Il DDL di modifica della legge regionale 37/2015 per riformare Arpab è una regolamentazione per la difesa e il monitoraggio ambientale – ha dichiarato l’Assessore lucano all’Ambiente e all’Energia, Gianni Rosa – e a tal riguardo, ne ha sottolineato lo spessore e il grande passo effettuato nell’interesse dell’intero territorio regionale. Nei fatti, cosa cambia in seguito alla nuova legge?
Da quanto è emerso dalle dichiarazioni in seno al Governo Bardi, il presente atto legislativo è stato pensato per dare certezze ai cittadini sullo stato dell’ambiente di Basilicata, mediante l’implementazione delle funzioni di controllo e pensando, allo stesso tempo, di snellire le procedure burocratiche amministrative.
Fino ad ora, la situazione dipartimentale Arpab non è stata delle migliori, a causa di una scarsa qualità del suo funzionamento. Secondo quanto emerge dal testo di legge, negli anni a venire si andrà verso la specializzazione degli uffici, con una totalità di servizi a copertura regionale.
Mentre, se si pensa in termini di riordino di un così importante organo regionale di monitoraggio ambientale, diviene fondamentale discutere soprattutto di nuove assunzioni e dunque di concorsi.
Tale aspetto non è, infatti, assente dagli scopi della riforma: saranno previsti concorsi pubblici riservati a tecnici, al fine di implementare l’organico con profili che garantiscano l’efficienza delle attività di analisi e di controllo.
“Una riforma – ha continuato Rosa – che sarà a costo zero e non peserà sulle tasche dei lucani e avverrà attraverso la riduzione dei compensi del direttore generale e del direttore tecnico scientifico e l’abolizione della figura del direttore amministrativo”.
Circa il numero delle sedi, vengono mantenute a 3 (Potenza, Matera e Metaponto) e, dunque, nessuna ipotesi di soppressione viene a concretizzarsi. Anzi, scenario futuribile è l’apertura di nuovi presidi, tra cui quello di Viggiano, dove c’è già pronta la struttura ad hoc.
di Michela Castelluccio