Perretti: donne e lavoro ai tempi della pandemia e non solo
La Presidente della Commissione regionale Pari opportunità pone in evidenza come “alle soglie della fase due, con le scuole ed i nidi chiusi, si pone per le donne un effettivo problema di conciliazione tra lavoro e famiglia”
“Questo primo maggio si preannuncia certamente diverso dagli altri, più difficile dati i tempi, ma anche più solidale. Purtroppo, però, porta con sé riflessioni su donne e lavoro non molto diverse da quelle elaborate negli anni passati”.
Così la presidente della Commissione regionale per la Parità e le Pari opportunità tra uomo e donna, Margherita Perretti.
“Tante famiglie si trovano, a seguito delle necessarie misure precauzionali assunte, in grave difficoltà, in particolare le donne – sottolinea Margherita Perretti – rischiano di pagare più di tutti un prezzo altissimo nel post Covid-19, se non saranno adeguatamente rappresentati i loro bisogni sia dal punto di vista occupazionale, che retributivo, di conciliazione e sostegno alle responsabilità di cura e assistenza.
Un fattore cruciale della differenza retributiva tra uomini e donne è individuabile nella scelta professionale. Le donne spesso scelgono lavori con retribuzione molto più bassa, anche se con grande valore sociale, condizionate anche dagli stereotipi di genere nella scelta degli studi”.
“In queste settimane dettate dall’emergenza Covid-19 – continua la Presidente Crpo – si è evidenziata l’importanza delle professionalità applicate nei servizi sanitari, nella cura dei bambini e degli anziani, nel mondo della scuola. Lavori svolti quasi sempre da donne e scarsamente remunerati”.
“Alle soglie della fase due, con le scuole ed i nidi chiusi, si pone per noi donne un effettivo problema di conciliazione tra lavoro e famiglia. Molte hanno esaurito ferie e congedi parentali e non possono ricorrere ai nonni, colonna portante del welfare italiano.
Le misure individuate, rinnovo del congedo e bonus babysitter, tamponano solo per qualche settimana, oltre a comportare una perdita di reddito ed un allontanamento dal mondo del lavoro delle donne. Inoltre, non rispondono alle necessità delle lavoratrici autonome, imprenditrici e professioniste.
Non rispondono neppure ai bisogni educativi e di socialità dei bambini dopo un lungo periodo di quarantena”.
“Se il Governo nazionale lo consentirà – afferma Margherita Perretti – la richiesta ai Comuni lucani ed alla Regione, ciascuno per le sue competenze, è di approntare con immediatezza per i mesi da maggio a settembre, in collaborazione con il mondo del volontariato ed il terzo settore, un’organizzazione di spazi, preferibilmente all’aperto, nei parchi, ma anche utilizzando cortili, aule, palestre, in cui ospitare piccoli gruppi di bambini, intrattenuti da educatori, evidentemente nel rispetto di un protocollo di sicurezza sanitaria.
Inoltre, nella nostra regione, dove c’è carenza di scuole dell’infanzia, potrebbe essere la buona occasione per sperimentare i micronidi familiari o aziendali, ‘antivirus’ per definizione, potendo ospitare fino ad un massimo di cinque bambini.
L’invito è a non limitarsi a misure tampone emergenziali, bensì a cogliere l’occasione per una programmazione innovativa del nostro sistema del welfare, che migliori la qualità della vita nella nostra regione e, al contempo, tuteli i diritti delle donne e dei minori”.
“Noi donne abbiamo dato un importante contributo in queste settimane – conclude la Presidente dell’organismo consiliare – sopportando e gestendo situazioni complesse, ma adesso vogliamo tornare sui luoghi di lavoro, riaprire le nostre aziende, riavviare le nostre attività”.