Terremoto del 1980 in Basilicata, il ricordo del Senatore Gianni Pittella. Di seguito la nota integrale.
Come tutti coloro che l’hanno vissuto, ho nitido il ricordo di quella sera del 23 novembre del 1980. Con mio padre, eravamo impegnati in una lunga e affollata riunione sulla riunificazione socialista nella sede politica di via Scotellaro, dove oggi sorge la mia casa.
Erano più o meno le 19 e 30 quando il pavimento ci apparve d’improvviso ballare come sul Titanic. Insieme ai compagni fuggimmo tra le scale e aspettammo che quei novanta secondi cessassero. Fummo fortunati, altri non lo furono.
Non lo furono in tanti comuni dell’Irpinia e in tanti comuni della nostra Lucania dove molti persero la vita e altrettanti casa e beni. Non lo furono i fedeli in preghiera nella Chiesa di Santa Maria Assunta a Balvano. Settantasette morti, quasi tutti adolescenti.
Se ci penso, mi sento male.
Cominciai da subito, in auto, a girare per i comuni lucani e per quelli irpini di confine, per provare a dare aiuto, a individuare i danni e le necessità principali. Si aprì allora una stagione di ricostruzione, con luci e ombre ma con uno sforzo straordinario e soprattutto di grande unità tra le forze politiche, di grande consapevolezza.
Uno spirito che dovrebbe animare anche oggi i nostri tempi difficili.