‘Histoire du Soldat’ apre in streaming stagione Alighieri
RAVENNA, 22 GEN – Il teatro Alighieri di Ravenna riparte da Igor Stravinskij: con l’Histoire du Soldat, sabato 23 gennaio alle 18, lo streaming gratuito su ravennafestival.live apre la Stagione d’Opera e Danza 2020/21.
“Con l’Histoire du soldat l’arte non solo sopravvive: resiste e si reinventa”, sottolinea Luca Micheletti, alla regia e in scena per il nuovo allestimento che rimarrà disponibile ‘on demand’ anche su smartphone e tablet grazie all’app.
La dedica al compositore per il 50/o anniversario della scomparsa, a poco più di un secolo dal debutto dell’Histoire in un’Europa prostrata dalla Grande Guerra e dall’epidemia di spagnola, è una coproduzione in lingua italiana della compagnia teatrale I Guitti, CamerOperEnsemble e Fondazione Ravenna Manifestazioni.
Angelo Bolciaghi ne cura direzione e concertazione alla guida di sette strumentisti, mentre a Micheletti stesso, nei panni del diavolo, si uniscono il soldato Massimo Scola, il narratore Valter Schiavone e la principessa Lidia Carew; Andrea Bou Othmane è il diavolo nelle scene danzate.
“Le analogie con il periodo storico in cui l’opera fu creata, la ricorrenza in memoria di Stravinskij, la dimensione quasi cameristica che è un vantaggio di fronte alle restrizioni, l’attualità del tema, quello della riflessione su ciò che è essenziale e ciò a cui possiamo rinunciare.
Tutto concorre a fare di questa produzione una magica coincidenza”, dice Micheletti, “ma anche un motivo di consolazione e speranza: oltre cent’anni fa, Stravinskij e Ramuz seppero operare un geniale rilancio dell’arte.
Oggi, a Ravenna, facciamo appello a quegli autori nel cuore e nei modi: più che ricostruirne lo spettacolo, ne ricostruiamo l’avventura”.
L’appuntamento di apertura della stagione – resa possibile dal sostegno del Comune di Ravenna, della Regione Emilia-Romagna e del MiBact con il contributo della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna – recupera il copione originale e propone, come intermezzi, i tre pezzi per clarinetto solo di cui il compositore fece omaggio a Werner Reinhart, il mecenate svizzero che sostenne l’impresa.
(ANSA)