PSICOLOGA CIALDELLA DOPO CASO TIKTOK, PIÙ ATTENZIONE A POTERE SOCIAL
“La storia di Antonella – commenta Maddalena Cialdella, psicologa e psicoterapeuta – induce a molteplici riflessioni: ad un primo livello essa rimanda a quella fase del ciclo di vita dei preadolescenti e adolescenti contraddistinta dalla voglia di misurarsi con le sfide, e la challenge di TikTok è soltanto una delle tante presenti in rete e sui social network, un modo di iniziare a sentirsi più grandi, autonomi e accettati dai coetanei.
A quella età però non si ha cognizione e percezione dei rischi che si corrono.
Questa tragica vicenda – continua l’esperta – parla anche della funzione regolatrice da parte degli adulti, la loro funzione normativa. Il punto cruciale è proprio qui, a mio giudizio. La capacità educativa, il saper fornire regole e limiti, adeguati all’età e ai bisogni evolutivi dei propri figli.
Nessuna demonizzazione degli strumenti o dei social in assoluto ma il loro utilizzo va assolutamente regolato a seconda dell’età e comunque sempre sotto il controllo degli adulti che ne devono scandire tempi e orari della fruizione che in questi lunghi mesi di lockdown è cresciuta con percentuali importanti soprattutto tra i minori.
Colpisce moltissimo – prosegue la Cialdella – il fatto che già a 10 anni un bambino possegga uno smartphone, avere accesso alle applicazioni, utilizzarle o abilmente aggirarle.
Allora – commenta in conclusione – ecco che diventano necessarie alcune azioni come quella di un sistema di parental control meno evanescente su pc e cellulari, una maggiore consapevolezza da parte degli adulti che i social sono più e oltre di uno “strumento” ma uno spazio di interazione, un rilancio della relazione umana, un nuovo patto di ascolto tra genitori e figli e un impegno coordinato con la scuola e tutte le istituzioni educative impegnate nella stessa direzione”.
(ANSA)