CRONACA

G7: Per Draghi salute bene globale, le regole vanno condivise

Per l'Italia l'accesso equo, universale e di massa ai vaccini è un imperativo non negoziabile

La salute va intesa come bene pubblico globale, che va regolato con principi trasparenti e regole condivise. E’ questo il ragionamento che il premier Mario Draghi ha affrontato nel corso del G7 straordinario convocato sulle risposte alla crisi pandemica e alle strategie per la ripresa.

Il presidente del Consiglio, nel suo intervento, ha richiamato l’esigenza di riservare attenzione ai cambiamenti climatici e alle biodiversità, la cui tutela è essenziale per prevenire future pandemie.

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L’Italia ha espresso grande sostegno all’ACT-Accelerator e sta lavorando ad un nuovo contributo economico all’Act-Accelarator (meccanismo all’interno delle Nazioni Unite per l’accelerazione della campagna vaccinale).

In qualità di Presidenza del G20, l’Italia sta anche valutando la proposta avanzata mercoledì dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Guterres per istituire una “Task Force di emergenza G20” volta a sviluppare un Piano vaccinale globale.

La Salute sarà al centro dell’impegno internazionale italiano, come dimostra il prossimo Global Health Summit di Roma: un momento decisivo per la definizione di una strategia comune mondiale contro la pandemia.

Quanto fatto finora da tutti i Paesi, ovvero mitigare le conseguenze immediate della crisi sociale con politiche espansive, deve essere integrato con un’efficace campagna vaccinale – necessaria per stabilizzare il trend sanitario ed evitare ulteriori mutazioni del virus.

Per l’Italia l’accesso equo, universale e di massa ai vaccini è un imperativo non negoziabile: la salute è un bene comune globale, un principio ispiratore anche dell’agenda della Presidenza italiana G20. Mai come oggi, esercitare leadership significa essere solidali.

C’è poi il capitolo della ripresa, in merito al quale, il ragionamento del governo italiano verte sul trasformare la crisi in opportunità: significa concentrare gli sforzi su una ricostruzione che, a livello globale, sia capace di prendersi cura del Pianeta ed intervenire laddove la faglia della diseguaglianza è più accentuata.

L’attenzione alla sfida del climate change, infine, è un punto fermo cui è necessario rispondere in maniera decisa.

A questo proposito, la COP 26 sul cambiamento climatico – che l’Italia organizza in partnership con il Regno Unito – e la Cop 15 (sulla biodiversità) saranno appuntamenti cruciali per testare la comune capacità di risposta.

(ANSA)

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