Coronavirus: Oggi alle 17 la cabina di regia. Salvini: ‘Nei weekend più controlli, non più misure’
Cts chiede stretta. In campo anche gli amministratori. Escluso un lockdown generalizzato. Decaro: 'Restrizioni e vaccini contro collasso Paese'. A Bari tutto chiuso alle 19
E’ stata convocata per le 17 di oggi a Palazzo Chigi la cabina di regia del Governo, che si riunirà per valutare le ulteriori misure anti-Covid da mettere in campo alla luce delle ultime indicazioni del Comitato Tecnico Scientifico. Le valutazioni saranno poi portate all’attenzione delle Regioni per una condivisione
Ieri gli esperti hanno chiesto una stretta delle misure, già a partire dal prossimo weekend, per frenare la diffusione del virus sospinta dalle varianti: zone rosse più rigide, modello Codogno, movimenti limitati anche in zona gialla, chiusure nei fine settimana, come avvenuto durante le vacanze di Natale. E, allo stesso tempo, estensione della campagna vaccinale a più soggetti possibili e nei tempi più brevi.
“Come ormai sostengono molti medici, il CTS ed il sottosegretario Sileri, servono interventi mirati ed efficaci, che mettano in sicurezza i cittadini delle zone più a rischio, senza però chiudere tutto in tutta Italia.
Nei week end non servono più chiusure – dice il leader della Lega Matteo Salvini – servono più controlli. Avvio di una produzione nazionale di vaccini in Italia, acquisto e produzione di vaccini all’estero, rimborsi immediati per coloro che aspettano da mesi, pace fiscale e taglio di 50 milioni di cartelle esattoriali. Lavoriamo e stringiamo i denti a marzo, per arrivare finalmente alla rinascita dopo Pasqua”.
In campo anche gli amministratori locali. “Credo che fare misure uguali per tutto il Paese da Lampedusa ad Aosta per i fine settimana non sia la scelta giusta.
Che senso ha bloccare i fine settimana in Sardegna in una Regione bianca?”. Così il presidente della Liguria Giovanni Toti a Radio 24 commenta questa ipotesi a cui pensa il Cts.
“La Liguria ora non è una Regione particolarmente colpita dal virus, che senso ha bloccare i fine settimana? Servono misure mirate laddove c’è necessità, non ovunque.
Già non ci si può spostare tra Regioni, nelle zone rosse e arancioni non ci si può spostare tra Comuni, vorrei capire quali altre misure dobbiamo mettere nei fine settimana”.
“Restrizioni e vaccini” sono “l’unica soluzione per evitare la terza ondata e il collasso del Paese“. Lo dichiara all’ANSA il sindaco di Bari e presidente dell’Anci Antonio Decaro, spiegando che “la situazione sanitaria che emerge dai dati delle ultime ore, impone provvedimenti ancora più restrittivi”. “Dobbiamo evitare – dice – di essere travolti dalla terza ondata.
All’ennesimo sforzo che chiediamo ai cittadini deve corrisponderne un altro molto più grande da parte di tutte le istituzioni e le categorie impegnate nella campagna vaccinale Non è possibile continuare con questo approccio. Dobbiamo accelerare e lo dobbiamo fare ora”.
“Ho chiesto al prefetto di convocare un Comitato metropolitano perché noi sindaci della terra di Bari intendiamo intervenire con chiusure serali su scala metropolitana attraverso una serie di provvedimenti che impongono il divieto di asporto dopo le 18 e la chiusura totale dopo le 19 di tutte le attività commerciali“, ha detto Decaro.
L’allarme del Piemonte – “Abbiamo somministrato l’87% delle dosi disponibili per la nostra regione e siamo la prima, tra le grandi regioni d’Italia, per percentuale di popolazione già vaccinata.
Ma non basta. L’Italia deve andare più veloce e per farlo bisogna potenziare la dotazione di vaccini. Chiediamo al Governo di darcene di più”. Così, su Facebook, il governatore del Piemonte, Alberto Cirio, che ha effettuato un sopralluogo al punto vaccinale di Borgomanero (Novara), uno dei 136 allestiti in Piemonte, dove gli over 80 vaccinati immunizzati sino ad ora sono più di 130mila.
“L’incidenza di persone positive in Piemonte, che al 7 marzo era di 277 ogni 100.000 abitanti, potrebbe raddoppiare entro le prossime due settimane a parità di condizioni”.
Lo sostiene il presidente dell’Ordine dei Medici di Torino, Guido Giustetto, che chiede di istituire “immediatamente” la zona rossa nella regione.
“È demenziale che il Governo assuma decisioni sulla base di rilevazioni risalenti a 10 giorni prima, utilizzando un sistema farraginoso che non tiene conto di tutti i dati già a disposizione e delle proiezioni possibili – aggiunge -. Intervenire quando la situazione è ormai fuori controllo non serve”.
“Questa in termini di impatto è la prima ondata per noi”. La cosiddetta seconda ondata Covid “non è stata che un allenamento”. Così Paolo Bordon, dg dell’Azienda Usl di Bologna.
“Nella seconda ondata avevamo un picco di ricoveri che ci sembrava altissimo” ma era niente rispetto ad oggi.
“Ora tra tutti gli ospedali della rete (Ausl, Sant’Orsola e privato accreditato) abbiamo 1160 persone ricoverate. Di queste 199 in terapia intensiva e subintensiva”, il doppio di novembre. “Abbiamo trasformato tutto il trasformabile ma il timore è che non ci basti ancora”. Oggi c’è una riunione Ausl su “altre aggiunte e riconversioni”.
Sarà la cabina di regia del Governo ora a riunirsi per valutare le misure da mettere in campo e portare all’attenzione delle Regioni per una condivisione. All’interno della maggioranza ci sono posizioni articolate tra “aperturisti” e “rigoristi” ed il premier Mario Draghi ieri ha invitato a “non perdere un attimo, non lasciare nulla di intentato, compiere scelte meditate, ma rapide. Questo non è il momento di dividerci”.
Al momento sembrano da escludere lockdown totali come quello dello scorso anno, mentre è plausibile l’accoglimento delle indicazioni del Comitato su un irrigidimento dei divieti rispetto a quelli contenuti nel Dpcm in vigore fino al 6 aprile il giorno dopo Pasquetta.
(ANSA)