CRONACA

Covid: 16.017 positivi, 529 le vittime in un giorno (ieri 417)

Sono 16.017 i positivi al test del coronavirus in Italia nelle ultime 24 ore, secondo i dati del ministero della Salute. Ieri erano stati 12.916.

In totale i casi da inizio epidemia sono 3.561.012, i morti 108.879. Gli attualmente positivi sono 562.832 (-3.161 rispetto a ieri), i guariti e dimessi 2.889.301 (+18.687), in isolamento domiciliare ci sono 529.885 persone (-3.224).

Sono 3.716 i pazienti ricoverati in terapia intensiva per Covid in Italia, 5 meno di ieri nel saldo giornaliero tra entrate e uscite, mentre gli ingressi giornalieri in rianimazione, sono 269 (192 ieri). Nei reparti ordinari sono invece ricoverate 29.231 persone, in aumento di 68 unità rispetto al giorno prima.

Sono 301.451 i tamponi molecolari e antigenici per il coronavirus effettuati in 24 ore. Ieri i test erano stati 156.692. Il tasso di positività è del 5,3%, in calo del 2,9% rispetto a ieri, quando era all’8,2%.

E secondo l’ultima analisi dell’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) aggiornata al 29 marzo, continuano ad aumentare, da circa tre settimane, i ricoveri in terapia intensiva di pazienti Covid: la percentuale di posti letto occupati ha infatti raggiunto il 41% rispetto al 38% della scorsa settimana, ben al di sopra della soglia critica fissata al 30%. Sale invece al 44% (rispetto alla soglia critica fissata al 40%) la percentuale di posti letto occupata da pazienti Covid−19 nei reparti ordinari.

Dodici Regioni più la PA di Trento hanno superato la soglia critica del 30% per occupazione delle terapie intensive.

Arriva, poi, una stima dalla nuova indagine rapida condotta dall’Iss e dal Ministero della Salute: in Italia al 18 marzo scorso la prevalenza della cosiddetta ‘variante inglese’ del virus Sars-CoV-2 era del 86,7%, con valori oscillanti tra le singole regioni tra il 63,3% e il 100%.

Per quella ‘brasiliana’ la prevalenza era del 4,0% (0%-32,0%), mentre le altre monitorate sono sotto lo 0,5%. L’indagine, insieme ai laboratori regionali e alla Fondazione Bruno Kessler, fa seguito a quelle diffuse nelle scorse settimane da cui era emersa una maggior trasmissibilità per la variante ‘inglese’ del 37%.

Nel contesto italiano in cui la vaccinazione “sta procedendo ma non ha ancora raggiunto coperture sufficienti, la diffusione di varianti a maggiore trasmissibilità può avere un impatto rilevante se non vengono adottate misure di mitigazione adeguate.

Mentre la variante UK è ormai ampiamente predominante, particolare attenzione va riservata alla variante P.1 brasiliana”.

(ANSA)

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