PREMIO BASILICATA, IL PROGETTO DEL CINQUANTENARIO
Qui di seguito il documento del Circolo Spaventa Filippi sul significato della cinquantesima edizione del premio, presentata oggi a Potenza, ed il programma delle iniziative ad esso collegate
“Il Cinquantenario è un traguardo importante, atteso il significato che la storia del premio e i suoi sviluppi hanno per la storia culturale della Regione e per la sua valorizzazione.
Quando nasce il Premio, le sezioni originarie su cui si articolava la proposta programmatica erano due: “Narrativa” e “Saggistica storica”.
Nel corso degli anni, è andato arricchendosi via via di altri ambiti: nel 1987 si istituisce – su richiesta di Carlo Bo – il premio di Letteratura spirituale e Poesia religiosa; nel 2001viene creata la sezione di Saggistica storica e Cultura lucana per dare una più luminosa evidenza alla storiografia regionale, distinguendola dalla Saggistica storica nazionale.
Il Circolo Culturale Spaventa Filippi, in seno al quale è nato il Premio, pratica l’intelligenza pubblica: è una espressione quasi tautologica perché non vi è cultura, infatti, senza interlocuzione e interazione; la cultura non è mai idiosincratica. Paucis verbis, la cultura prevede una comunità di uomini, la più estesa possibile, per i quali coltivare valori come valori culturali comuni e perciò comunicabili.
Di qui, nel 2001, abbiamo dato vita alla rivista «Leukanikà» allo scopo di chiamare gli uomini di cultura alla collaborazione in favore di un dibattito e di un confronto critico, che consentano di costruire una rete di rapporti nell’ambito della ricerca scientifica in area umanistica, per promuovere una cultura dei valori più attuale, più credibile, più vicina ai bisogni dell’umanità, e per farsi voce della cultura meridionale in ambito nazionale. Dal 2016 «Leukanikà» è classificata dall’ANVUR rivista scientifica dell’area 10.
Tra l’altro la rivista riserva uno spazio ai dottori di ricerca che da Catanzaro, Salerno, Potenza trovano ospitalità nelle sue pagine.
Nello spirito di coinvolgere direttamente le comunità della Regione nel progetto culturale del Premio, nel 2003 prendiamo una iniziativa del tutto inedita nel panorama dei premi nazionali: aprire al territorio rendendo itinerante nella provincia lucana la sezione di Saggistica storica e Cultura lucana.
A tale decisione giungiamo a seguito di intensi dibattiti che si svolgevano nel circolo sulla difficile identità lucana; questione storico-critica che si è trascinata dalla fine dell’800 e che ancora non ha trovato una pacifica condivisione, anche per il venir meno di studi seri e criticamente fondati.
La conclusione cui siamo pervenuti è che la cultura lucana si presenta policentrica: 131 piccoli e grandi paesi sono altrettanto centri depositari di cultura, tradizione, storia che, pur affondando le radici e alimentandosi di un comune humus, per ragioni storiche ciascuno presenta una particolare fisionomia; ma sono anche custodi di grandi ricchezze di opere d’arte, architettoniche, di tradizioni e di bellezze paesaggistiche affascinanti.
Nell’idea genetica del premio itinerante vi era dunque implicita una presa di posizione critica e civile contro l’attuale storiografia cristallizzata su posizioni ideologiche.
Nei circa venti anni di peregrinatio del Premio Basilicata nella provincia, abbiamo potuto rilevare che la rappresentazione della nostra regione nella storia “ufficiale” è falsa: scritta dai piccoli/grandi uomini, pretesi storici, che, baloccandosi con la civiltà contadina, con le lotte operaie, con le “masciare”, hanno descritto il popolo lucano chiuso e isolato sui monti inaccessibili, immerso nell’ignoranza e nella superstizione, incapace di partecipare alla vita civile della nazione, crocifiggendolo nell’assurda rappresentazione di un popolo senza storia, anzi fuori del processo storico, secondo la concezione di Levi, per il quale la Basilicata è «terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre». A Levi ancora si ispirano in modo acritico cultori di storia patria.
Lo scopo del “Basilicata” itinerante è quello, appunto, di far conoscere e valorizzare i beni storici, artistici, le bellezze paesaggistiche, le specialità culinarie; in tal modo coniughiamo cultura e territorio, o con una espressione più pregnante, la cultura nel territorio e il territorio nella cultura.
Quando i tempi e l’evoluzione storica pongono nuovi problemi, la cultura ha l’obbligo di rispondere sul piano intellettuale.
Così, all’inizio del nuovo secolo, quando si rende sempre più attuale la problematica della globalizzazione, riteniamo necessario affrontare i problemi e la prospettiva di sviluppo dell’Italia e, in particolare, del Mezzogiorno nell’epoca della globalizzazione dei mercati; per sollecitare il dibattito del mondo imprenditoriale meridionale e lucano in particolare, istituiamo la sezione di Economia Politica e di Diritto dell’Economia, intorno alla quale si sviluppano iniziative di convegni con studiosi della SVIMEZ e del suo presidente, Prof. Adriano Giannola, con il quale il Premio annualmente organizza a Potenza la presentazione del Rapporto sull’economia del Mezzogiorno.
Infine, nel 2006, in occasione del Bicentenario di Potenza Capoluogo della Regione, nello spirito del profondo legame tra la Città e il Premio e nella prospettiva di dare un segnale concreto di attenzione alle eccellenze della nostra Università, decidemmo di istituire il premio “Città di Potenza” da attribuire a dottore di ricerca che consegue il titolo presso la UNIBAS.
Questa premessa non è fine a se stessa perché la storia del premio e i suoi sviluppi hanno un significato politico e culturale importante per la nostra Regione.
LA 50^ edizione del Premio, per felice coincidenza, cade nel Settecentenario di Dante, una ricorrenza che non poteva essere trascurata dalla nostra istituzione culturale, di qui le iniziative collaterali dedicate al Poeta”.