“Guardare oltre”, i vincitori del Premio fotografico
Tre i candidati scelti dalla Giuria del concorso, promosso dal Consiglio regionale della Basilicata, giunto alla IV edizione, e dedicato alla resilienza e tre i menzionati
Antionio Colavito, Antonio Sansone e Valeria Cammareri sono i vincitori della quarta edizione del premio internazionale di fotografia “Viaggio in Basilicata”, “Guardare oltre. Resilienza: la sfida al cambiamento”, istituito dal Consiglio regionale della Basilicata, in collaborazione con l’Istituto italiano di Fotografia (IIF), l’Associazione “ArtMe” di Milano e l’azienda di Pavia “Plano Designer”.
Il tema di questa edizione con il quale si sono confrontati i concorrenti è stata la resilienza, nel senso di sfida al cambiamento e capacità di saper guardare oltre.
“I concorrenti – sottolinea il presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Carmine Cicala – sono riusciti in maniera attenta ed originale a cogliere, attraverso la fotografia, così come veniva sottolineato nel bando di partecipazione ‘la rivoluzione vissuta dall’intero pianeta, nella quale il cambiamento riveste un ruolo essenziale, una trasformazione epocale che richiede un nuovo approccio basato su un termine che è anche una filosofia di vita: la resilienza’”.
“Ciò che balza all’occhio – precisa Cicala – è la ricerca, il senso critico, lo sforzo di creatività utilizzati per centrare la sfida, energie che, tutte insieme, hanno dato vita a storie fotografiche intense, in alcuni casi straordinariamente vere e in altre strategicamente surreali.
Narrazioni che inneggiano la voglia di ripresa, la positività, la forza di reinventarsi dopo periodi difficili, la magia dell’integrazione, la scelta coraggiosa di non appendere le scarpe al chiodo, ma anche il coraggio della lotta a difesa di spazi e idee, le tante difficoltà lavorative, la resilienza dell’essere umano che si fa tutt’uno con quella della natura.
Racconti che mostrano la varietà delle esperienze, la diversità delle ambizioni e degli obiettivi, la pluralità dei percorsi. Ne scaturisce un risultato positivo e affascinante perché indica la molteplicità delle idee, un’autentica ricchezza di cui tener presente sempre, e lo straordinario e affascinante potere della fotografia”.
La Giuria ha individuato in Antonio Colavito il primo vincitore del Premio “Per aver interpretato con coerenza e precisione il tema della resilienza interpretando la storia della riconversione di una fabbrica tessile alla produzione di mascherine sanitarie con uno stile molto personale che per un verso recupera la classicità del bianconero e per l’altro inserisce elementi di un linguaggio fotografico contemporaneo.
Il premio consiste in una borsa di studio per frequentare il 2° anno di perfezionamento dell’Istituto Italiano di Fotografia di Milano;
Il secondo Premio è andato ad Antonio Sansone: “Per aver proposto un progetto di tipo reportagistico ben strutturato e completo per raccontare i vari momenti della vita di una realtà agricola con relativa attività di produzione casearia di successo voluta da tre fratelli immigrati capaci di integrarsi perfettamente nel nostro Paese.
Il Premio è la produzione di una mostra da allestire con il sistema espositivo PhotoShowall da esporre nell’ambito di un evento di settore di livello internazionale;
Il terzo Premio, un buono per la partecipazione a un workshop organizzato a Milano dall’associazione “ArtM”e, è per Valeria Cammareri: “Per aver riflettuto, nel periodo dell’isolamento legato alla pandemia, sui temi dell’identità personale trasferendoli in un progetto realizzato con autoritratti ambientati in bianconero il cui senso sottilmente inquietante è stemperato da una vena di ironia”.
La Giuria, dopo aver constatato l’importanza di alcuni altri lavori non premiati, ha deciso di assegnare anche menzioni a: Eugenia Cesari “Per aver colto con garbo e delicatezza gli esercizi di danza che alcune ballerine compivano in casa nel periodo della pandemia quando i teatri erano chiusi”; a Sara Antonella Panico “Per aver raccontato dall’interno e con uno stile dichiaratamente militante la lotta di un gruppo di giovani per recuperare all’attività culturale luoghi da tempo chiusi mostrando un esempio interessante di impegno civile”; a Pierluigi Faraone “Per essersi soffermato sulle figure di due giovani che si confrontano metaforicamente con un muro che non si erge contro di loro ma fa da scenario e da sfondo al loro incontro e al loro agire”.
La Giuria, infine, dopo aver espresso compiacimento per l’iniziativa, ha dato delle indicazioni su come realizzare con i materiali pervenuti una mostra con relativo catalogo.