Reddito di cittadinanza 2022: le due grosse novità in arrivo dal 1º gennaio
Beppe Grillo, il garante del Movimento 5 Stelle, è tornato ad animare le pagine del suo blog commentanto i ricenti sviluppi che hanno riguardato il Reddito di cittadinanza, da sempre misura bandiera dei pentastellati.
È “una delle idee più rivoluzionarie di questo paese”, scrive Grillo che poi sottolinea come “ogni critica al reddito di cittadinanza non è un attacco al M5S, ma un’offesa a oltre 3 milioni di persone che fino a ieri non riuscivano a mettere insieme il pranzo con la cena, e che finalmente non si sentono più invisibili”.
Continua Grillo : “una delle riforme sociali più importanti della storia della nostra repubblica” e per dar sostanza alle sue parole fa riferimento ai dati, agli “1,36 milioni di nuclei beneficiari, per oltre 3 milioni di persone”. “La maggior parte di queste persone – scrive Grillo – oltre i 2/3, non sono occupabili. Le altre hanno scarse qualifiche, istruzione bassa, in prevalenza licenza media ed elementare”.
Ma vediamo cosa cambierà dal 1 gennaio 2022.
Resterà, ma cambierà. E non si tratterà probabilmente solo di dettagli. Il reddito di cittadinanza è stato rifinanziato con 1 miliardo per portare la spesa 2022 al livello del 2021, pari a 8,6 miliardi. In realtà il governo Draghi aggiungerebbe solo circa mezzo miliardo per l’anno prossimo, visto che a bilancio ci sono già i 474 milioni assicurati dal governo Conte II nel 2020.
Vengono introdotte anche due strette: una sui controlli potenziati ex ante, anziché ex post come oggi, e un meccanismo di incentivi e disincentivi per spingere al lavoro i beneficiari. I dettagli sono tutti da definire. Si pensa a un taglio dell’assegno se si rifiuta l’offerta di lavoro e alla possibilità di cumulare Reddito e occupazione part-time.
Il reddito di cittadinanza è difeso tanto dal M5S quanto dall Pd, per voce del ministro Orlando, anche se rispetto alla richiesta iniziale, si è avuta una sforbiciata di 0,5 miliardi nella cifra finale messa a disposizione per l’anno prossimo. Si prevede scatterà un meccanismo di décalage dell’assegno, in caso di rifiuto della seconda offerta di lavoro (attualmente il percettore del Rdc incassa lo stesso importo che perde solo al rifiuto della terza offerta “congrua” di lavoro). Il governo ha anche annunciato una stretta sui controlli in chiave anti furbetti.
Altra possibile novità dovrebbe essere una marcata semplificazione per l’accesso agli sgravi contributivi per le aziende che assumono i percettori del Rdc: la legge istitutiva ha fissato un numero eccessivo di paletti e in due anni e mezzo gli incentivi incassati dai datori di lavoro sono relativi a meno di 400 assunzioni.