ROSA: PER I CONTROLLI AMBIENTALI 25 MILIONI DI EURO
"Nessun disimpegno del governo regionale". Risposta dell’assessore all’Ambiente ed Energia ad articoli apparsi sul Quotidiano del Sud
“Non ci siamo disimpegnati, anzi. Abbiamo moltiplicato e non eliminato le risorse destinate al controllo sanitario del territorio.
Dagli 980 mila euro per tre anni stanziati dal precedente governo regionale per la sola Val d’Agri, ora abbiamo deciso investimenti molto più corposi pari a 5 milioni di euro all’anno per cinque anni, per un totale di 25 milioni di euro.
Nell’ambito di una programmazione in merito, la Regione Basilicata in questi mesi ha lavorato a un progetto molto più consistente che riguarda i controlli.
Facendo nostre le preoccupazioni dei cittadini della Val d’Agri e, insieme, di tutte le altre aree del territorio lucano sugli effetti delle attività antropiche, tanto dell’industria del petrolio quanto di quella di altri comparti, la Regione Basilicata ha messo in campo il progetto Lucas.
La nostra è una visione più ampia che non si ferma solo alle conseguenze delle estrazioni petrolifere sull’ambiente e sulla salute umana, ma abbraccia tutta la regione, soprattutto là dove insistono attività potenzialmente rischiose sull’ambiente e sulla salute.
Le indagini e i controlli, dunque, saranno estesi non solo alle aree delle concessioni ma a tutte quelle classificate emergenze ambientali della Basilicata.
Ad oggi è stato costituito il Comitato tecnico scientifico, con esperti ambientali e del settore sanitario collegati a strutture d’eccellenza della regione, che sta curando la redazione del piano esecutivo. Un programma preciso di chi fa cosa e dove, senza andare a tentoni ma con scadenze e attività ben precise.
Rispetto al passato c’è un’altra novità. Con il progetto Lucas condurremo un’indagine di epidemiologia molecolare sistematica per cinque anni, arco temporale minimo per avere un quadro chiaro degli effetti che determinate attività producono sull’uomo.
Sarà così possibile identificare le eventuali modificazioni cellulari prodotte e i fattori di rischio associati a fattori genetici e ambientali.
Come si evince, siamo più di fronte non più a uno studio epidemiologico isolato, ma a indagini complesse volte a creare anche strutture di formazione e centri sui territori, con il coinvolgimento delle aziende sanitarie e in stretto rapporto con gli enti di ricerca, il Crob, quest’ultimo dotato di una biobanca, e la Facoltà di medicina.
La tutela dell’ambiente e della salute è per il governo Bardi valore non negoziabile. Di questo ne siano certi i cittadini lucani”.