Archeologia: scoperte sepolture I-II sec. d.C. a Urbania 4 tombe romane di epoca imperiale, necropoli ‘birituale’
URBANIA, 26 DIC – Scoperte delle sepolture romane a Urbania (Pesaro Urbino), in località Muraglione, nel corso di lavori di scavo per la posa di un collettore fognario da parte di Marche Multiservizi.
Le sepolture di età romana costituiscono un piccolo gruppo di quattro tombe, forse da collegare a una fattoria romana per lo sfruttamento agrario del territorio, databili ai primi secoli dell’età imperiale (I-II secolo d.C.).
A darne notizia è la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Marche nord. La zona del ritrovamento era già nota per altri rinvenimenti romani negli anni ’80, oltre che per il recupero di alcune epigrafi funerarie già nel XVI secolo.
Le sepolture rinvenute si presentano in parte danneggiate dalla costruzione di alcune strutture ottocentesche, forse connesse al vecchio tracciato della ferrovia, ma l’attento scavo archeologico ha permesso di scoprire una notevole varietà nei rituali funerari.
Si tratta infatti di una necropoli “birituale”, con alcuni defunti deposti inumati ed altri cremati, viene spiegato dalla Soprintendenza. Che aggiunge: “Le tombe sono realizzate con tegole, tavelle e coppi, formando delle vere e proprie casse”.
È ben conservato un caso di bustum, una fossa rettangolare predisposta per la cremazione diretta del defunto sulla pira, con le pareti scottate e arrossate dal fuoco, nella quale è stata poi costruita la cassetta di tegole e coppi, con anche la creazione di un “canale libatorio” utilizzando un’anfora capovolta e segata.
“Questa particolare struttura era utilizzata durante i riti delle profusiones, le offerte o libagioni che potevano rappresentare il pasto simbolico per il defunto, e che venivano fatte colare direttamente all’interno della sepoltura attraverso questo canale”, raccontano ancora gli esperti.
Strutture e rituali molto simili sono state rinvenute anche a Urbino, al bivio di Croce dei Missionari nell’attuale zona della rotatoria del Consorzio, durante gli scavi degli anni ’70 e del 2005. I reperti sono stati messi in sicurezza e prelevati con tutte le cautele del caso e sono attualmente custoditi nei depositi del Palazzo Ducale di Urbania.
ANSA