CRONACA

Ucraina, pesanti bombardamenti russi su Kiev, vittime tra i civili. Telefonata tra Putin e Erdogan

L'undicesima notte di conflitto ha visto una breve pausa nei bombardamenti mentre aumenta la pressione russa sui civili in fuga. Bennett da Putin e Scholz

Nella mattinata di oggi ci sono stati pesanti bombardamenti a ovest e a nord-ovest di Kiev e l’impatto delle esplosioni è stato sentito da team della Cnn a Kiev e e nell’area a sud-ovest della città.

Due colpi di mortaio hanno colpito un checkpoint installato per consentire l’ingresso di civili in città dalla periferia.

Ci sarebbero vittime civili,anche bambini. Stesso copinone anche a Irpin dove le forze armate russe hanno sparato contro i civili, uccidendone almeno tre. Lo scrive il Kyyv Independent. Secondo questo media ucraino le truppe russe hanno deliberatamente preso di mira un ponte utilizzato dai civili per evacuare.

Continuano intanto gli sforzi diplomatici. Il presidente russo, Vladimir Putin, e quello turco, Recep Tayyip Erdogan, hanno iniziato un colloquio telefonico sull’Ucraina. Erdogan ha detto che è necessario ‘garantire il cessate il fuoco, aprire i corridoi umanitari e firmare il trattato di pace”. Lo rende noto Interfax.

I corridoi umanitari dalle città assediate di Mariupol e di Volnovakha, che ieri non hanno funzionato, vengono riaperti questa mattina, secondo quanto dichiara il vicecomandante della milizia filorussa dell’autoproclamata di Donetsk (Dpr), Eduard Basurin, citato dall’agenzia russa Tass. “In mattinata i corridoi umanitari saranno riaperti a Mariupol e a Volnovakha.

Noi speriamo ancora che i comandi ucraini incaricati di difendere le regioni abitate ordinino ai loro subordinati di sbloccare le vie di fuga (…) affinché i civili possano lasciare queste aree popolate”, ha detto Basurin ai giornalisti, secondo Tass.

Ieri il leader russo Vladimir Putin ha accusato i “nazionalisti” ucraini di aver impedito alla gente di evacuare quando i corridoi umanitari erano in vigore e il ministro degli Esteri russo, Serghei Lavrov ha asserito che “nessuno si è presentato”.

La città ucraina di Marioupol annuncia l’inizio imminente dell’evecuazione di civili, a partire dalle 10 GMT, le 11 in Italia.

Le forze della Repubblica popolare del Donesk hanno preso il controllo del quartiere di Staryi Krym a Mariupol. Lo riferisce il ministero russo della Difesa citato dall’agenzia Tass.

Sono più di 1,5 milioni i rifugiati fuggiti dall’Ucraina in 10 giorni, secondo quanto riferisce l’Onu.

“I russi si preparano a bombardare il porto ucraino di Odessa”. Lo ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

In un discorso agli ucraini domenica mattina, il presidente Volodymyr Zelensky ha elogiato le molte forme di resistenza che le persone hanno scelto per opporsi all’invasione russa e ha definito il suo paese “una superpotenza dello spirito”.

Il Paese, ha detto in un video, si è espresso al “massimo delle sue possibilità”, i soldati hanno combattuto ma anche la gente comune ha difeso città, ospedali e vigili del fuoco.

Quindi il presidente ha incoraggiato i residenti delle aree occupate a protestare, se possibile. In dieci giorni di guerra, ha detto Zelensky, l’Ucraina ha unito “milioni di persone, che sono diventate un tutt’uno”.

Gli Usa “lavorano attivamente” per un accordo con la Polonia per l’invio di jet di guerra all’Ucraina. Lo ha detto il segretario di Stato Antony Blinken in conferenza stampa a Chisinau, in Moldavia.

L’undicesima notte di guerra in Ucraina ha visto una breve pausa nei bombardamenti mentre aumenta la pressione russa sui civili in fuga. La diplomazia, intanto, fallita la tregua dichiarata ieri da Mosca, intensifica gli sforzi per far cessare le ostilità il prima possibile in attesa del terzo round di negoziati e del Consiglio di sicurezza Onu di domani. I media ucraini hanno riferito nelle ultime ore di spari contro i civili ed evacuazioni difficili a Bucha e Gostomel.

Almeno tre persone sarebbero state uccise, tra queste una volontaria che aveva appena consegnato cibo per gli sfollati. Le forze armate ucraine lanciano intanto un allarme sulla diga che serve la centrale idroelettrica di Kaniv, di cui i russi, dicono, vorrebbero assumere il controllo.

Il sindaco di Mariupol parla di “situazione disperata” in città, dove mancano da giorni elettricità, acqua, riscaldamento ed è difficile reperire forniture mediche e altri beni essenziali.

E’ questo lo sfondo della nuova offensiva diplomatica avviata ieri a sorpresa dal premier israeliano Naftali Bennet che, dopo le durissime parole di Putin che ha paragonato le sanzioni ad una dichiarazione di guerra, ha violato lo Shabbat per volare a Mosca.

Tre ore di colloquio nella prima visita di un leader straniero al Cremlino dopo l’attacco a Kiev dopo una breve consultazione con Germania, Francia e Stati Uniti; poi una telefonata al presidente ucraino Volodymyr Zelensky (sentito tre volte nelle ultime 24 ore) e a Macron, e un altro volo diretto stavolta a Berlino.

Dopo un incontro con il cancelliere tedesco Olaf Scholz il portavoce del governo tedesco afferma: “L’obiettivo comune resta quello di mettere fine alla guerra il prima possibile.

Lavoreremo per questo”. Intanto il presidente degli Stati Uniti Joe Biden parla con Zelensky, assicurando sicurezza, assistenza finanziaria e sanzioni alla Russia, poco dopo il videocollegamento del presidente ucraino con 300 senatori statunitensi ai quali aveva invocato no-fly zone e missili per fronteggiare l’invasione russa.

Biden su questo non si esprime, elogiando invece le iniziative private volte a isolare la Russia, come la decisione di Visa e Mastercard di sospendere le operazioni nel Paese. Il segretario di Stato Antony Blinken, ieri in Polonia e Moldavia, sottolinea come “in tutti gli angoli del mondo, inclusa la Russia, la gente chiede la fine del brutale attacco della Russia all’Ucraina”.

Secondo la stampa Usa pressioni sarebbero in corso per condurre anche Venezuela e India a prendere le distanze dal Cremlino.

Il ministro degli Esteri cinese Wang Yi ha detto al segretario di Stato americano Antony Blinken che la Cina si oppone ad ogni mossa che “getti benzina sul fuoco” in Ucraina e ha chiesto negoziati per risolvere la crisi e trattative per creare “un equilibrato meccanismo di sicurezza” europeo. Zelensky torna intanto a chiamare alle armi la popolazione, e i volontari civili arruolati dall’inizio del conflitto sono ormai oltre 100 mila.

“Sono andato a Mosca e Berlino nell’intento di favorire il dialogo fra le parti. Ovviamente ho ricevuto il benestare e l’incoraggiamento di tutti i protagonisti. Continueremo ad agire nella misura in cui ci verrà richiesto”.

Lo ha detto il premier Naftali Bennett nella riunione di governo a Gerusalemme. “Anche se le probabilità non sono grandi – ha aggiunto – tutte le volte che c’e’ una piccola fessura, nostro obbligo morale è di fare ogni tentativo”. “Finchè la candela è accesa – ha concluso – dobbiamo sforzarci”.

La Shell, criticata dal ministro degli Esteri ucraino per aver acquistato petrolio russo a basso costo, ha replicato assicurando donerà i profitti del recente acquisto di petrolio greggio russo a un fondo per aiutare i rifugiati ucraini. Il fondo monetario mette, infine, in guardia contro un eventuale allargamento del conflitto in Ucraina che – dice – “avrebbe conseguenze ancora più devastanti” per l’economia mondiale che già sconta “serie conseguenze” della guerra in atto.

ANSA

Pulsante per tornare all'inizio