Ucraina: russi vicini a Kiev, bombe nei sobborghi Colpito un ospedale oncologico, nuove sanzioni agli oligarchi
Potenti bombardamenti si sono registrati nella notte nei sobborghi di Kiev, dove lungamente hanno suonato le sirene che hanno anche squarciato la notte a Leopoli, Cherasky, Kharkiv e in altre città dell’Ucraina.
A Leopoli, la città nell’ovest finora considerata relativamente sicura, l’allarme è durato due ore: mai così tanto dall’inizio della guerra.
La città era stata svegliata dalle sirene attorno alle 5.30.
Delle esplosioni sono state sentite nella prima mattinata nelle città di Nikolaev (nel sud), Dnipro e Kropyvnytskyi (nel centro del Paese).
Lo riporta Bbc Ucraina citando le autorità locali. I cadaveri di cinque persone, tra cui due bambini, sono stati recuperati dai soccorritori dei Servizi di emergenza tra le macerie di un edificio residenziale nel villaggio ucraino di Slobozhanske, poco fuori Kharkiv in seguito ai bombardamenti russi sulla città.
Lo riferisce il Guardian. Gli operatori hanno sottoposto a controlli 40 siti nell’area per ripulire la zona dagli ordigni inesplosi.
L’avvicinamento delle forze russe alla capitale dell’Ucraina è testimoniato anche da alcune immagini satellitari che hanno mostrato perfino l’uso di artiglieria pesante.
Le autorità ucraine accusano la Russia di raid a Mykolaiv, dove sono stati danneggiati un ospedale per la cura di malati oncologici e alcuni edifici residenziali, anche se nessuno tra le centinaia di pazienti presenti nel nosocomio è rimasto ucciso nell’attacco.
Gli Stati Uniti – afferma il ministro dell’Energia americano, Jennifer Granholm – restano “preoccupati dalle sconsiderate azioni della Russia e dalle violazioni dei principi di sicurezza nucleare” sottolineando che il fatto che Mosca stia violando i principi di sicurezza “è inaccettabile e gli attacchi che mettono a rischio la sicurezza in Ucraina e al di là devono fermarsi”.
Ulteriore tensione è creata dal reclutamento di una nuova brigata di mercenari messa in atto dalla Russia sui social media.
Intanto il Jerusalem Post rivela che il premier israeliano Naftali Bennett avrebbe raccomandato a Volodymyr Zelesnky di accettare l’offerta di Vladimir Putin di arrendersi per metter fine alla guerra.
Il presidente ucraino, che avrebbe però rifiutato in quanto la proposta includeva molti sacrifici per il suo popolo, è tornato successivamente a rimarcare su Facebook che “le azioni degli invasori russi saranno equiparate a quelle dei terroristi dello Stato Islamico”.
Proseguono anche le sanzioni contro gli oligarchi russi: congelati gli investimenti in hedge fund americani di Roman Abramovich, dopo le misure che lo hanno colpito. Il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato anche ulteriori misure contro i membri del consiglio di amministrazione di Novikombank e ABR Management.
Nel mirino sono finiti Yuri Kovalchuk, Kirill Kovaluch, Dmitri Lebedev e Vladimir Knyagin di ABR Management.
I quattro componenti del cda di Novikombank colpito sono la presidente Elena Georgieva, German Belous, Andrey Sapelin e Dmitri Vavulin. Bloccata a Trieste l’imbaracazione “Sy A” del valore di circa 530 milioni di euro riconducibile all’oligarca russo Andrey Igorevich Melichenko.
Il conflitto in Ucraina ha sempre maggiori risvolti economici. Gli Stati Uniti hanno infatti vietato le importazioni di bevande alcoliche, pesce e diamanti dalla Russia. Mettendo di fatto il divieto a vodka russa e caviale.
“Il mondo libero si è unito contro Putin”, ha sottolineato Biden, annunciando le nuove misure contro la Russia. Gli Usa hanno revocato alla Russia lo clausola di nazione più favorita, mettendo fine a rapporti commerciali normali e aprendo a dazi pesanti sui prodotti.
“Adotteremo un quarto pacchetto di sanzioni”, ha annunciato la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.
Sulla crisi è nuovamente intervenuto anche il presidente del Consiglio Mario Draghi. “Putin non vuole la pace – ha detto – il suo piano sembra essere un altro.
Io mi auguro che al più presto si arrivi ad uno spiraglio e noi faremo di tutto affinché Ucraina e Russia arrivino a parlarsi, purché sia preservata la dignità dell’Ucraina”. Sempre in campo economico, il cancelliere tedesco Scholz ha detto che l’Europa “non fermerà le importazioni nel campo dell’energia, ma usciremo da questa dipendenza”.
Per Berlino, “è una decisione consapevole, giustificata e comprensibile” e c’è “unità” sulle sanzioni alla Russia tra i leader europei.
“L’Europa non può prendere le stesse misure” di Usa e Canada, ha sottolineato Scholz, aggiungendo che l’Ue intende continuare “a spingere su sanzioni che hanno un impatto diretto sulle opportunità di sviluppo economico della Russia, incluse quelle finanziarie”.
ANSA