Def: bozza, Pil 2022 a 3,1%, il deficit confermato al 5,6%. Franco: ‘Pil rallenta, pesa l’incertezza’
Pil primo trimestre -0,5%, rischi ribasso su secondo. Il calo attribuibile soprattutto all'industria. Il documento oggi pomeriggio al Cdm dopo la cabina di regia
E’ in corso la cabina di regia sul Def tra il premier Mario Draghi e i capidelegazione della maggioranza al governo.
La riunione è a Palazzo Chigi.
A seguire, alle 17.30, la riunione del Consiglio dei ministri poi una conferenza stampa del premier Draghi e del ministro Franco.
Il ministro dell’Economia, Daniele Franco, a quanto si apprende, nel corso della riunione della cabina di regia sul Def, ha parlato di un netto ridimensionamento delle aspettative di crescita spiegando che pesa l’incertezza, legata tra l’altro al conflitto in corso in Ucraina.
E’ prioritario – avrebbe sottolineato il ministro – approvare in tempi stretti il Def per procedere al più presto con il nuovo decreto di aiuti, cosa che non esclude che successivamente ci possano essere ulteriori interventi a sostegno dell’economia.
Nel Def è necessario indicare il sostegno alla domanda tra le priorità dei prossimi interventi. È difficile pensare di affrontare i prossimi mesi senza aiutare i cittadini alle prese coi l’aumento dei prezzi al consumo.
Lo ha detto, secondo quanto si apprende, il capodeleagzione M5S e ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, durante la riunione della cabina di regia.
LA BOZZA DEL DEF – Crescita del Pil programmatico fissata al 3,1% (dal precedente 4,7%) e deficit confermato al 5,6%: sono i numeri che compaiono nella bozza del Def, che l’ANSA ha visionato.
“Partendo da una stima Istat di crescita del Pil reale nel 2021 più elevata di quanto previsto a settembre nella Nota di Aggiornamento del Deef (Nadef), 6,6 per cento contro 6,0 per cento – si legge nella bozza del documento – la previsione tendenziale per il 2022 scende al 2,9 per cento, dal 4,7 per cento della Nadef, sebbene il profilo trimestrale del PIL nel 2021crei un effetto di trascinamento del 2,3 per cento su quest’anno”.
Negli anni successivi si registrerà un progressivo rallentamento del ritmo di crescita: il Pil si attesterà al 2,4% nel 2023 all’1,8% nel 2024 e all’1,5% nel 2025. Sono 19 i ddl collegati alla prossima manovra secondo quanto si legge nella bozza del Def.
Nell’elenco spunta un ddl di delega per “l’aggiornamento della fascia anagrafica di riferimento delle politiche giovanili nonché misure per la promozione dell’autonomia e dell’emancipazione dei giovani”.
Tra gli altri provvedimenti collegati ci sono la riforma del fisco, la concorrenza, le misure sull’attuazione dell’autonomia differenziata e il riordino del settore dei giochi.
Il Def prevede una contrazione del Pil italiano dello 0,5 per cento nel primo trimestre di quest’anno, “attribuibile principalmente a una contrazione del valore aggiunto dell’industria”.
Per il secondo trimestre si prevede “una moderata ripresa della crescita trimestrale del Pil, trainata principalmente dai servizi.
Va tuttavia segnalato – si legge nella bozza del Documento – che nell’indagine Istat di marzo le aspettative delle imprese manifatturiere su ordinativi e produzione sono nettamente peggiorate, il che segnala rischi al ribasso per il secondo trimestre”.
Ammontano a circa 5 miliardi le risorse a disposizione per garantire nuovi aiuti all’economia. Lo si evince dai numeri del Def. Degli oltre 9 miliardi di spazio in deficit, 4,5 sono infatti già stati utilizzati per ridurre l’impatto degli aumenti delle bollette.
Debito che prosegue nel suo percorso di riduzione nei prossimi anni: nello scenario programmatico indicato nella bozza del Def, infatti, il debito viene rivisto leggermente al rialzo nel 2021, al 150,8%, per effetto della revisione del Pil nominale effettuata dall’Istat. Per quest’anno è previsto poi in calo di 4 punti, al 146,8%, per scendere al 145% nel 2023, al 143,2% nel 2024 e al 141,2% nel 2025.
Il nuovo decreto con gli aiuti all’economia, da finalizzare ad aprile avrà un impatto sul Pil di 0,2 punti nel 2022 e 0,1 nel 2023 e per prima cosa ripristinerà i 4,5 miliardi usati nel dl bollette. Lo si legge nella bozza del Def in cui si indicano anche altri “quattro ordini di interventi” a cui destinare i restanti “5 miliardi”: contenimento dei prezzi di carburanti ed energia, aumento dei fondi per “coprire l’incremento dei prezzi delle opere pubbliche”; aumento dei fonti “per le garanzie sul credito”, altre misure “per assistere i profughi ucraini e per alleviare l’impatto economico del conflitto sulle aziende italiane”.
Se la Russia bloccasse l’export di gas e petrolio da adesso a fine 2023, i prezzi energetici salirebbero con un impatto sul Pil di 0,8 punti percentuali nel 2022 e 1,1 punti nel 2023.
E l’occupazione calerebbe di 0,6 punti quest’anno e 0,7 nel 2023. In uno scenario peggiore, ovvero se vi fosse lo stop russo all’energia e l’Italia non riuscisse a diversificare gli approvvigionamenti come programmato, considerando anche “la quota parte di consumi di gas da razionare”, l’impatto sul Pil sarebbe di 2,3 punti nel 2022 e 1,9 nel 2023.
L’occupazione sarebbe più bassa di 1,3 punti quest’anno e 1,2 nel 2023.È quanto stima il Governo nel Def.
ANSA