Draghi, piano Marshall per l’Ucraina. Italia pronta a fare la sua parte
Premiato ad Atlantic Council. Standing ovation per il messaggio di Zelensky
Un “piano Marshall” per l’Ucraina.
Al termine della due giorni negli Stati Uniti Mario Draghi sceglie il palco dell’Atlantic Council, che gli consegna il premio per la “leadership”, per lanciare la proposta di un piano per la ricostruzione dei territori oggi ancora teatro “dell’invasione russa dell’Ucraina”.
Bisogna fare “di tutto per la pace” ribadisce il premier dal palco dell’Anthem Theatre di Washington, assicurando che l’Italia è pronta a fare la sua parte. Dopo Draghi sale sul palco Jamala, cantante ucraina che ha vinto l’Eurovision song festival nel 2016. Standing ovation della platea – un migliaio di persone del gotha della capitale degli States – per l’Ucraina e per il suo presidente.
Gli ucraini, dice Zelensky in un videmessaggio “sono i migliori difensori”. E hanno al loro fianco anche gli Usa, assicura la speaker della Camera Nancy Pelosi, perché “la lotta per la libertà in Ucraina è una lotta per la libertà nel mondo”.
Draghi riceve il premio dal segretario al Tesoro Usa Janet Yellen, che lo definisce “economista di talento e instancabile funzionario pubblico” e sottolinea che gli Usa sono “fortunati” ad avere come partner l’uomo del “whatever it takes”.
La guerra, osserva il premier nel suo discorso – dopo saluti e pure qualche selfie con la comunità italiana di Washington – ha avvicinato le due sponde dell’Atlantico e ha “isolato la Russia”. Gli strascichi di questi stravolgimenti geopolitici dureranno “a lungo”.
Per questo bisogna attrezzarsi e nel frattempo continuare a “sostenere il coraggio degli ucraini, che combattono per la libertà e per la sicurezza di tutti noi”. Bisogna iniziare anche a pensare alla ricostruzione, un tema affrontato anche nel bilaterale alla Casa Bianca con Joe Biden, perché “la distruzione delle sue città, dei suoi impianti industriali, dei suoi campi richiederà un enorme sostegno finanziario”.
Un “piano Marshall” insomma. “Come quello che ha contribuito alle relazioni speciali tra Europa e Stati Uniti”. E in cui l’Europa deve fare la sua parte perché questa “è l’ora dell’Europa e dobbiamo coglierla”. Con Draghi e’ stato premiato anche il Ceo di Eni Claudio Descalzi per la sua leadership imprenditoriale.
E’ tempo di mettere tutti attorno a un tavolo, tutti compresi Russia e Stati Uniti, con l’Ucraina “protagonista”. Per costruire una soluzione “sostenibile” e non una pace “imposta” da altri, che si trasformerebbe in un “disastro”, perché nessuno la rispetterebbe.
Mario Draghi sta per chiudere la sua prima missione a Washington da presidente del Consiglio e illustra la sua ricetta per cercare di avvicinare le parti e arrivare a quella fine della “macelleria” e dei “massacri” che i cittadini italiani ed europei, come ha detto a Joe Biden, ora invocano con forza.
La guerra è cambiata, si sta vedendo che la Russia “non è Golia, non è invincibile”, osserva Draghi. La riposta ricevuta da Vladimir Putin nell’ultima telefonata, “i tempi non sono maturi”, non vale più oggi, perché era l’atteggiamento di chi pensava di “avere un vantaggio” che è poi mancato sul campo. Per questo ora bisogna fare ogni sforzo per “portare le parti al tavolo”.
Di pace, per la prima volta, parla anche la Casa Bianca, nella sintesi del colloquio tra i due nello studio Ovale.
Non ci sono “contrasti” tra le due sponde dell’Atlantico, assicura il premier in conferenza stampa in ambasciata prima di andare a Capitol Hill per un incontro con la leadership del Congresso e con la speaker della Camera Nancy Pelosi. Ma la “visione” del Vecchio continente sta “cambiando” e si fa necessaria una “riflessione preventiva”.
Non c’è una questione di “toni”, l’incontro non è servito a “giudicarci a vicenda” ma per capire “come andare avanti”.
Il negoziato, ammette Draghi, resta ancora “molto difficile”, ma un “primo passo E un primo passo verso l’apertura di un dialogo potrebbe essere lo sblocco dei porti sul mar Nero per consentire l’approvvigionamento di grano: potrebbe essere “un primo esempio di dialogo che si costruisce tra le due parti per salvare decine di milioni di persone”.
Il presidente del Consiglio non dice esplicitamente che serva un contatto diretto tra Biden e Putin – che pure potrebbe imprimere una svolta in direzione di una de-escalation – ma si limita a sottolineare che “i contatti devono essere riavviati, intensificati a tutti i livelli”.
E’ il momento “di guardare al futuro”, insomma. E anche alla “ricostruzione” post bellica su cui l’Europa deve agire “collettivamente”, su questa come sulle altre sfide imposte dalla guerra, perché nessun Paese ha risorse sufficienti. L’Italia, assicura, “farà la sua parte ma con tutti gli altri”.
L’Europa dovrebbe cercare una risposta comune anche sull’energia, ma i “pareri non sono unanimi”. Sul fronte del gas Draghi incassa il sostegno di Biden all’idea del price cap, che stenta a farsi strada a Bruxelles.
Ma i paesi europei, insiste il premier, hanno un potere sul mercato ed è l’ora di “esercitarlo”, mentre sul petrolio, questione cara all’alleato americano, l’idea è quella di “creare un cartello di compratori o di persuadere, forse la strada preferibile, l’Opec ad aumentare la produzione”.
Obiettivo di entrambi i continenti resta quello di frenare la corsa dei prezzi per contrastare l’impatto sociale del conflitto. Nonostante la “grande incertezza” comunque Draghi non vede al momento segnali di “recessione” quest’anno.
Ma l’attenzione rimane elevata, anche perché la crisi energetica non accenna a chiudersi e potrebbe inasprirsi se si dovessero fermare le forniture gas russo, da cui l’Italia si sta cercando di rendere indipendente nel più breve tempo possibile.
Nel frattempo i pagamenti continueranno (una nuova scadenza è prevista attorno alla metà del mese) perché “non c’è nessuna dichiarazione ufficiale che i pagamenti in rubli violino le sanzioni, quindi è una zona grigia”, dice il premier, ricordando che “il più grande importatore, la Germania, ha già pagato in rubli e la maggior parte degli importatori di gas hanno già aperto conti in rubli”.
“E’ un onore ricevere il premier italiano Mario Draghi essendo la prima speaker della camera italoamericana”: lo ha detto la speaker della Camera Nancy Pelosi accogliendo il capo del governo italiano a Capitol Hill. “Grazie all’Italia per l’ospitalità che da alle truppe americane ma anche per essere un partner di pace”, ha aggiunto.
“E’ un grande onore essere nel centro della democrazia e in un grande giorno per i rapporti tra Italia e Usa, i nostri rapporti stretti si sono rafforzati con la guerra in Ucraina”, ha detto Draghi. “Per me essere qui significa che un pezzo dell’Ue è qui, sono felice di essere qui non solo come italiano ma anche come europeo”, ha aggiunto.
ANSA