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Omaggio a Lucio Dalla a Verona, repertorio cantato da 20 big Il 2 giugno, concerto in differita su Rai1

DallArenaLucio.

Titolo azzeccatissimo per ricordare l’eclettico cantautore bolognese, scomparso l’1 marzo del 2012 a Montreux, lasciando per testamento una cascata di canzoni piene del bambino più tenero, intelligente e maturo che la musica italiana abbia avuto nel dopoguerra.

E che il 2 giugno una ventina di cantanti, con la conduzione di Carlo Conti e Fiorella Mannoia, ricorderanno (una ventina di brani in scaletta) all’Arena di Verona. Ra1 trasmetterà lo spettacolo in differita.

“La sua musica – ha detto Conti, nella presentazione on line dell’evento – non muore e non morirà mai. Non sarà una commemorazione, non deve essere una celebrazione , ma una grande festa come avrebbe voluto lui che fosse perché Lucio era sempre allegro, felice e amava la vita”.

Già perché il pirotecnico Dalla, con il suo inconfondibile berretto, la focosa energia, il divertissement, che lo faceva tendere verso un cabarettismo fisico e accattivante.

Un personaggio che nella sua carriera sembrava aver sperimentato tutto lo sperimentabile. E il palco gli è stato sempre congeniale.

Nell”anfiteatro romano, sorretti da una big band e da una grande orchestra, si alterneranno, tra gli altri, Marco Mengoni, Il Volo, Alessandra Amoroso, Samuele Bersani, Ron, Gigi D’Alessio, Noemi, Marco Masini, Stadio, Francesco Gabbani, Arisa, Tosca, Pierdavide Carone, Ornella Vanoni. “Artisti – ha aggiunto Mannoia – che lo hanno amato, altri che lo ammiravano anche se non lo hanno conosciuto.

E’ stato difficile scegliere i brani da cantare e una sola serata non bastava per quanti capolavori ha scritto”.

Lo show scivolerà tra ricordi e aneddoti: “faremo raccontare ad ognuno – ha spiegato Conti – il loro Lucio; un episodio, cosa ha rappresentato per Ron, Bersani, Curreri, gli Stadio. Mentre per i più giovani come Mengoni, Amoroso e altri, che l’hanno incontrato una volta, cosa ha significato dal punto di vista artistico”.

“Per noi cantanti – ha confidato Mannoia – cimentarsi con questo repertorio è una goduria, una gioia.

Non c’è solo il piacere, ma anche il dovere di cantare queste canzoni anche per mantenere vivo questo artista, ma vale anche per altri artisti, che hanno lasciato al nostro paese un patrimonio immenso musicale e culturale”.

“Io non canterò – ha scherzato Conti ,i cui ricordi lo hanno portato ad un Sanremo “in bianco e nero del 1971 – La prima volta che ho visto questo signore barbuto cantava una canzone con una data di nascita, peraltro vicina alla mia .4/3/1943. Mi sentivo coinvolto .

E a differenza degli altri che parlavano di amore lui cantava una storia. Ascoltavi il brano e ti vedevi l’immagine, ti vedevi già il video in testa”.

ANSA

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