Papa Francesco all’Aquila apre la Porta Santa di Collemaggio
Il primo pontefice nella storia a farlo, nella 728/a Perdonanza Celestiniana. "Per la ricostruzione serve l'impegno di tutti, attenzione particolare alle chiese"
Con tre colpi bastone, con il bastone d’ulivo del Getsemani, consegnatogli dal sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, Papa Francesco ha aperto la Porta Santa alle 11.28 in occasione della 728/a Perdonanza celestiniana.
“Apritemi le porte della giustizia” , ha detto il Pontefice prima dell’apertura secondo la preghiera rituale a cui viene risposto: “Voglio entrarvi e rendere grazie al Signore”.
“È questa la porta del Signore” ha detto ancora il Papa per sentirsi rispondere: “Per essa entrano i giusti”.
Dunque, le parole finali: “Entrerò nella tua casa, Signore” a cui è stato replicato: “Mi prostrerò in adorazione del tuo santo tempio”.
Il Papa, alla fine della visita all’Aquila, ha sostato in preghiera davanti alla tomba di Celestino V, il primo pontefice ad avere rinunciato alla sua carica.
Su questo momento tanto si è speculato nei mesi scorsi ricordando come Benedetto XVI, nella sua visita del 2009, aveva lasciato, come omaggio, sulla tomba di Celestino V il pallio che gli era stato imposto ad inizio di pontificato. Un gesto che, per molti, aveva anticipato la sua decisione del 2013, quella di rinunciare al suo ruolo.
Papa Francesco, nell’omelia, ha ricordato Celestino V, il Pontefice passato alla storia per la sua rinuncia. “Erroneamente ricordiamo la figura di Celestino V come ‘colui che fece il gran rifiuto’, secondo l’espressione di Dante nella Divina Commedia; ma Celestino V non è stato l’uomo del ‘no’ – ha sottolineato Papa Francesco -, è stato l’uomo del ‘sì’. Infatti, non esiste altro modo di realizzare la volontà di Dio che assumendo la forza degli umili”. “Proprio perché sono tali, gli umili appaiono agli occhi degli uomini deboli e perdenti, ma in realtà sono i veri vincitori, perché sono gli unici che confidano completamente nel Signore e conoscono la sua volontà”, ha concluso il Papa.
Il Papa, nell’omelia della Messa davanti alla basilica di Collemaggio, all’Aquila, ha espresso l’auspicio che “sia un tempio del perdono, non solo una volta all’anno, ma sempre, tutti i giorni. È così, infatti, che si costruisce la pace, attraverso il perdono ricevuto e donato”.
“L’Aquila, da secoli, mantiene vivo il dono che proprio Papa Celestino V le ha lasciato. È il privilegio di ricordare a tutti che con la misericordia, e solo con essa, la vita di ogni uomo e di ogni donna può essere vissuta con gioia”. “L’Aquila sia davvero capitale di perdono”, ha concluso il Papa.
APPELLO PER LA RICOSTRUZIONE, ATTENZIONE ALLE CHIESE – Francesco chiede per la ricostruzione post-terremoto all’Aquila “collaborazione”, “sinergia” e “un impegno lungimirante perché stiamo lavorando per i figli, per i nipoti, per il futuro”. Serve l’impegno di “tutti, tutti insieme, sottolineare questo, tutti insieme”.
Il Papa ha salutato anche i detenuti presenti alla sua visita all’Aquila. “Anche nelle carceri ci sono tante, troppe vittime – ha sottolineato il Pontefice -. Oggi qui siete segno di speranza nella ricostruzione umana e sociale”.
“A tutti rinnovo il mio saluto e benedico di cuore voi, le vostre famiglie e l’intera cittadinanza. Jemonnanzi! (“Andiamo avanti”)” , ha detto Francesco agli aquilani. Il Papa, nell’incontro con i familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile del 2009, ha espresso la sua vicinanza e ha sottolineato la grande capacità di questo popolo di rialzarsi: “Voi, gente aquilana, avete dimostrato un carattere resiliente. Radicato nella vostra tradizione cristiana e civica, ha consentito di reggere l’urto del sisma e di avviare subito il lavoro coraggioso e paziente di ricostruzione”, ha detto Papa Francesco.
“C’era tutto da ricostruire: le case, le scuole, le chiese. Ma, voi lo sapete bene, questo si fa insieme alla ricostruzione spirituale, culturale e sociale della comunità civica e di quella ecclesiale. La rinascita personale e collettiva – ha proseguito il Papa – è dono della Grazia ed è anche frutto dell’impegno di ciascuno e di tutti”.
Poi il Papa è sceso dal grande palco e tra gli applausi si è diretto verso il Duomo, ancora inagibile dal terremoto dell’Aquila del 2009, dove ha effettuato un sopralluogo, indossando un caschetto e condotto sulla sedia a rotelle.
Il Papa ha chiesto una “attenzione particolare” per le chiese nell’ambito della ricostruzione post-terremoto. “Sono patrimonio della comunità, non solo in senso storico e culturale, anche in senso identitario. Quelle pietre sono impregnate della fede e dei valori del popolo; e i templi sono anche luoghi propulsivi della sua vita, della sua speranza”, ha sottolineato Papa Francesco.
Il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, ha accolto Papa Francesco: “La città dell’Aquila è grata e riconoscente al Santo Padre per l’enorme testimonianza di vicinanza e sostegno tributati alla comunità con la sua presenza in occasione della tradizione più antica e sentita dalla comunità.
Un onore e una grande emozione poter accoglierlo e assistere, per la prima volta, all’apertura della Porta Santa della Basilica di Santa Maria di Collemaggio da parte di un pontefice. Un gesto che universalizza il messaggio di pace e riconciliazione tra i popoli ereditato da Papa Celestino V e la valenza della Perdonanza Celestiniana, dal 2019 iscritta quale patrimonio culturale immateriale dell’umanità Unesco” ha dichiarato il sindaco Biondi.
“È un evento ciclopico, una giornata storica per il mondo. L’Aquila e l’Abruzzo si sono svegliati presto per questo avvenimento straordinario”, ha dichiarato il presidente della Regione, Marco Marsilio.
ANSA