Sbarcati a Reggio tutti i migranti della Rise Above. Nuova ispezione sulla Geo Barents a Catania
Migrantes: sbarchi selettivi incostituzionali. La Francia: 'Applicare il diritto internazionale'
Sono sbarcati a Reggio Calabria tutti gli 89 migranti – tra cui una quarantina di minori e otto bambini in tenera età – arrivati in Italia a bordo della nave Rise Above.
Adesso i migranti sono in un centro di prima accoglienza, in attesa del trasferimento sulla base del riparto nazionale stabilito dal ministero dell’interno.
Cresce intanto la tensione a Catania, dove il ‘carico residuale’ resta bloccato a bordo di due navi ong. Appello della Cei Migrantes. Non si arresta lo scontro politico.
A REGGIO PORTATI IN SALVO 89 MIGRANTI, UN EVENTO SAR
Gli 89 migranti salvati dalla nave Rise Above sono scesi a terra perché l’intervento dell’imbarcazione della Ong tedesca Mission Lifeline è considerato un evento Sar (Search and rescue) a differenza della situazione delle altre due navi Geo Barents e Humanity one ferme a Catania. L’acronimo Sar deriva dall’inglese search and rescue e indica un insieme di operazioni di salvataggio, in questo caso navali, mirate alla salvaguardia della vita umana in particolari situazioni di pericolo.
Nella prima fase dello sbarco di Reggio Calabria, l’equipaggio della “Rise Above” non è stato fatto scendere dalla nave in attesa che lo stesso fosse identificato dalle forze dell’ordine.
Fonti delle forze dell’ordine, infatti, fanno sapere che occorreva verificare se, tra i marittimi a bordo dell’imbarcazione gestita dalla ong “Mission Lifelive”, ci fossero persone non comunitarie per le quali ci potevano essere delle restrizioni. Eseguito l’accertamento e verificato che tutti i componenti sono comunitari, gli stessi hanno avuto la possibilità di scendere sulla banchina.
ISPEZIONE SULLA GEO BARENTS A CATANIA
“L’ispezione dell’Usmaf a bordo è in corso. A seguito della nostra richiesta di ieri sono arrivati i medici: due psicologi e stiamo aspettando un medico clinico per verificare le infezioni cutanee”. Così il capo missione della Geo Barents, Juan Matias Gil, parlando con i cronisti nel molo dieci del posto di Catania.
“Help… help” urlano i migranti a bordo della Geo Barents. Sulla nave della Ong, attraccata nella banchina del molo dieci del porto di Catania, i naufraghi mostrano due cartelli, in uno c’è scritto “Help” e nell’altro “Disembark 4 all”.
I due migranti che ieri si erano buttati in mare e poi soccorsi hanno dormito sdraiati all’interno di un furgone bianco fermo in banchina a una ventina di metri dalla Geo Barents. I due si sono rifiutati di risalire sulla nave e hanno trascorso l’intera giornata di ieri accovacciati in banchina. Sono stati assistiti dai volontari della Croce Rossa. Le loro condizioni sono buone.
Sono tornati a manifestare gli attivisti nel porto di Catania per solidarizzare con i migranti a bordo della Geo Barents, attraccata in banchina. Per motivi di sicurezza però il presidio rispetto ai giorni scorsi si tiene all’esterno dell’area di accoglienza nel molo dieci, perché ci sono turisti e pullman. Gli attivisti urlano “tutti liberi, tutte libere” e “assassini in giacca e cravatta”. I cronisti invece sono all’interno dell’area, a ridosso del cancello di accesso alla banchina.
L’APPELLO DELLA CEI
“Non possiamo permettere assolutamente che ancora una volta i nostri fratelli migranti che vengono dalla fame, dalle guerre ancora una volta vengono trattati come scarti, come carichi residuali, e non come persone”. Lo dice, a margine della presentazione del Rapporto italiani nel Mondo curato dalla Fondazione Migrantes, monsignor Savino, vescovo di Cassano allo Jonio e vice presidente della Cei.
“La situazione è drammatica, anticostituzionale che non rispetta anche le famiglie che sono su queste navi, che non rispetta il diritto fondamentale al soccorso della Convenzione di Ginevra quindi si spera che questa situazione si sblocchi e che l’Italia insieme all’Europa continui quel progetto di condivisione di solidarietà nei confronti dei migranti che sono richiedenti asilo e che sono rifugiati, l’identificazione non può essere fatta a bordo ma deve essere fatta a terra e anche con tutte le tutele di ogni persona”. Così il presidente della Fondazione Cei Migrantes, mons. Giampaolo Perego.
LO SCONTRO POLITICO
Cresce lo scontro politico sulla gestione dei flussi migratori, con l’opposizione che attacca “l’inumanità” del governo. “Avanti così. L’Italia non sarà complice del traffico di esseri umani. Qualcuno inizia a capirlo?”. Così il ministro dei Trasporti e delle infrastrutture, Matteo Salvini, in un tweet, commentando la notizia della Ong spagnola Salvamento Maritimo Humanitario (Smh) che ha deciso di rinviare la missione prevista nel Mediterraneo. Il tweet è corredato da una foto del ministro degli interni Matteo Piantedosi con la scritta “prima vittoria”.
ANSA