CULTURA E EVENTI

Le mostre del weekend, dall’eredità di Giotto alla pittura italiana anni ’30

A Torino la scrittura dell'antico Egitto, a Roma mito di Ulisse

L’eredità di Giotto nel ‘900, ma anche la pittura neoromantica ed espressionista nell’Italia degli anni ’30, e la scrittura nell’antico Egitto: sono alcune delle mostre che si potranno visitare nel lungo weekend dell’Immacolata.

ROVERETO – Al Mart fino al 19 marzo la mostra “Giotto e il Novecento”, da un’idea di Vittorio Sgarbi e a cura di Alessandra Tiddia. Attraverso oltre 200 opere l’esposizione propone un viaggio nella storia dell’arte sulla scia del pittore e architetto toscano, per comprendere quanto la sua parabola abbia influenzato artisti nei secoli a venire, da Carlo Carrà, Mario Sironi e Arturo Martini a Gino Severini, Massimo Campigli, Achille Funi, Ubaldo Oppi, da Giorgio Morandi, Fausto Melotti, Mario Radice, Lucio Fontana, fino a Henri Matisse, Yves Klein, Mark Rothko, Josef Albers e Tacita Dean.

LA SPEZIA – Afro e Filippo de Pisis, Emilio Vedova e Antonietta Raphaël, e poi Fausto Pirandello, Renato Guttuso, Carlo Levi, Lucio Fontana: sono solo alcuni degli artisti esposti nella mostra “Il corpo del colore. La pittura neoromantica ed espressionista italiana degli anni trenta. Opere dalla Collezione Giuseppe Iannaccone”, fino al 2 aprile alla Fondazione Carispezia. A cura di Collezione Giuseppe Iannaccone, il percorso presenta opere realizzate tra il 1920 e la fine della seconda guerra mondiale, nelle quali il colore è un elemento centrale anche come espressione della visione personale degli autori.

TORINO – Dal 7 dicembre al 7 settembre nei nuovi spazi del Museo Egizio (500 mq distribuiti tra piano terra e ipogeo, concessi dall’Accademia delle Scienze di Torino e recentemente restaurati) è allestita la mostra “Il dono di Thot: leggere l’antico Egitto”, a cura di Paolo Marini, Federico Poole e Susanne Töpfer. Focalizzata sulla scrittura, dal geroglifico al copto, dallo ieratico al demotico, e quindi su segni e testi, la mostra presenta numerosi papiri ma anche capolavori della statuaria, oggetti in alabastro e statuine lignee per un totale di 170 reperti.

ROMA – È dedicato a “Ulisse” la prima tappa del viaggio alla scoperta dei depositi del Museo Nazionale Romano: dall’8 dicembre all’8 gennaio il pubblico potrà ammirare reperti solitamente non visibili, tra sculture, mosaici, affreschi, oggetti in terracotta, in vetro e in bronzo, seguendo il mito del celebre personaggio, viaggiatore per antonomasia.

SIENA – Si intitola “Dame, cavalieri e nobili destrieri” la mostra di Marco Lodola che renderà Siena dal 9 dicembre al 9 febbraio uno scrigno iridescente di giochi e colori. All’interno del museo Santa Maria della Scala, negli spazi dell’ex Refettorio e della Sala San Pio, è allestita una monumentale scenografia luminosa composta da una serie di installazioni all’aperto e da un percorso museale, con i personaggi dell’immaginario dell’artista, fatto di ballerini, animali mitologici e altre scintillanti figure.

FOLIGNO (Pg) – Arriva il 7 dicembre a Palazzo Trinci “I Love Lego”, mostra pensata per tutti gli appassionati, grandi e piccoli, dei celebri mattoncini. Il percorso, visibile fino al 4 giugno, presenta tra città immaginifiche, ricostruzioni storiche, continenti inesplorati e interi villaggi anche 7 immensi diorami, dettagliatissime riproduzioni di fantastici mondi in scala ridotta. Per il visitatore inoltre una divertente “caccia al personaggio”, una sfida per rintracciare personaggi celebri (e non) nascosti all’interno delle installazioni.

COMISO (Rg) – A Palazzo Labisi “Nunzio Gulino. Tra segno e poesia”, dall’8 dicembre all’8 gennaio, a cura di Marcello Nativo, Marialuisa Occhione, Oliviero Gessaroli, Susanna Galeotti, Pina Zago, Fulvio Paci. Nella percorso sono esposte 47 opere provenienti dalla mostra “Nunzio Gulino. Nel solco di un segno pensato” ospitata dal 10 luglio al 28 agosto 2022 presso l’Accademia Raffaello di Urbino, a cui si aggiungono altre opere giovanili di Gulino, dedicate a Comiso e, in alcuni casi, alle sue feste religiose e alcuni lavori provenienti da collezioni private di Comiso.

 

ANSA

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