Domus Artium, grande musica nell’intimità Palazzi storici
Da Kotova a Gheorghiu e Midori per rassegna al via 27/1 a Roma
La diva Angela Gheorghiu, icona della lirica che non cantava a Roma dall’evento con Andrea Bocelli al Colosseo, più di dieci anni fa.
Il talento di Pichas Zucherman e del suo trio a tu per tu con il Trio degli spettri di Beethoven. E poi Midori, la musicista giapponese avvolta da un’aurea misteriosa, nel recital per violino solo di Bach.
Sono alcune delle stelle della seconda stagione di Domus Artium, il circuito di concerti internazionali e momenti conviviali che portano la musica in dimore nobiliari uniche della capitale, dalla Galleria Borghese a Palazzo Colonna, al Casino dell’Aurora di Villa Ludovisi Boncompagni e, novità di quest’anno, anche in palazzi delle istituzioni e spazi pubblici come l’Auditorium Parco della musica. Ideata da Barrett Wissman, una carriera nel management artistico mondiale e già anima del Tuscan Sun Festival di Cortona, la rassegna, racconta il direttore esecutivo, nasce per “promuovere interesse verso l’arte e un futuro per la cultura. Ciò che mi preoccupa oggi – spiega – è la perdita di pubblico”.
Domus Artium, con le sue cene e brindisi che seguono i concerti o le speciali visite guidate tra le meraviglie delle dimore cinquecentesche romane, sono un modo per “crescere un nuovo pubblico del futuro. Non sono eventi pensati per l’elite, ma per avvicinare le persone agli artisti e farlo in un ambiente non troppo grande”, quasi in intimità. “Così, è un’altra cosa”.
Non a caso, si lavora anche a un carnet di abbonamenti per i giovani. Si parte dunque con il patrocinio del ministero della Cultura il 27 gennaio a Palazzo della Cancelleria con Nina Kotova, che di Domus Artium è direttrice musicale, insieme a Josu de Solaun nella sonata per violoncello di Chopin.
La rassegna prosegue poi fino a maggio con cinque date romane e anche la pianista canadese Hélène Mercier insieme alle star del violino e violoncello, Renaud Capuçon e Kian Soltani e il primo clarinetto dell’Orchestra di Parigi Pascal Moraguès. Per loro, il Quatuor pour la fin du temps, capolavoro mistico di Olivier Messiaen scritto durante la prigionia in un campo tedesco nel 1941.
Ma quest’anno si inaugura anche la collaborazione con l’Accademia Internazionale di Imola, che porterà gli artisti tra i ragazzi della scuola, per suonare o in masterclass, e che culminerà al Teatro Flaiano con il concerto di quattro allievi per Imola a Roma.
“Abbiamo concepito questa iniziativa insieme. Non è solo una collaborazione”, racconta in collegamento il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi, che con Barrett aveva collaborato già ai tempi del Tuscan Sun Festival. “Mi aveva chiamato per la sezione arte – racconta – e con quel festival fece di Cortona una città molto più moderna. La musica – prosegue Sgarbi – che è forse l’arte più alta, è oggi forse un po’ marginale nel nostro ministero. Portarla in palazzi storici è un modo per farla tornare fondamentale”.
In veste di critico ed esperto d’arte, Sgarbi terrà anche due conferenze dedicate a Caravaggio. La prima al Casino Boncompagni Ludovisi che custodisce “la prima opera realizzata da Caravaggio quando arrivò a Roma” e la seconda “magari alla Galleria Borghese”, dove sono custodite le tele collezionate dal Cardinal Scipione.
“Oggi – conclude Wissman insieme alla sovrintendente dell’Accademia Internazionale di Imola Angela Maria Gidaro e alla direttrice di Palazzo Colonna Patrizia Piergiovanni – in Italia non c’è un evento come il Festival di Salisburgo. Ma possiamo farlo. Stiamo già lavorando per avere il prossimo anno anche arti visive, attori, danza. E per il futuro c’è l’idea di un festival a giugno nella Tuscia”.
ANSA