Manovra: la norma sul Pos potrebbe saltare, arriva il bonus case green
Intesa sulle pensioni minime a 600 euro, cambiano gli extraprofitti
La norma contenuta in manovra che introduce la soglia di 60 euro sotto la quale i commercianti possono rifiutare i pagamenti elettronici potrebbe saltare.
Lo riferiscono fonti della maggioranza, in vista della presentazione di un nuovo pacchetto di emendamenti del governo atteso nelle prossime ore in commissione Bilancio alla Camera.
Nelle ultime settimane il governo ha avuto sul tema un’interlocuzione con l’Ue e la Commissione, nel giudizio sulla manovra, ha indicato questa misura come non in linea con le raccomandazioni specifiche per l’Italia sulla lotta all’evasione fiscale.
Gli emendamenti del governo sulla manovra prendono lentamente forma. Arrivano in veste parziale e dilazionati in commissione Bilancio alla Camera, mentre i tempi si allungano e nella maggioranza sentono la necessità di assicurare che il rischio di esercizio provvisorio non esiste.
Spuntano intanto le prime vere novità, dal bonus per l’acquisto di case ‘green’ alle nuove modifiche sugli extraprofitti, fino all’intesa sulle pensioni minime a 600 euro per gli over 75, su cui ha spinto soprattutto Forza Italia.
Intanto, viene data per fatta e si valuta un’ulteriore stretta al Reddito di cittadinanza, riducendo da 8 a 7 i mesi di sussidio e risparmiando circa 200 milioni. Ma il lavoro in commissione agita le opposizioni, che stigmatizzano l’atteggiamento del governo e ottengono l l’arrivo del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti per chiarire la situazione.
I tanto attesi emendamenti del governo, promessi inizialmente per la mattinata, iniziano ad arrivare solo in serata. Ma riguardano solo due temi, fisco ed enti locali. La parte più “corposa” è rimandata a domenica. Per favorire la ripresa del mercato immobiliare, arriva la detrazione del 50% dell’importo corrisposto per l’Iva per gli acquisti di case ad alta efficienza energetica (in classe A e B) effettuati entro il 31 dicembre 2023.
Cambia poi la norma sugli extraprofitti. Si riduce la platea, nonostante la tassa finora non abbia dato i risultati sperati: colpirà solo chi ha almeno “il 75% dei ricavi” dalle attività di produzione e vendita di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi. Una mossa con cui “il governo si sta mettendo nei guai da solo tagliando di altri 50 milioni”, avverte il capogruppo in commissione di Avs Marco Grimaldi.
Piccola retromarcia dell’esecutivo anche sullo ‘stralcio’ delle cartelle fino a 1.000 euro, finito nel mirino dell’Ue: slitta di due mesi, dal 31 gennaio al 31 marzo 2023 e potrebbero essere escluse le multe, consentendo ai Comuni di non applicare la norma. “Forse l’Ue non conosce i dati”, per queste cartelle “i costi di riscossione sono più alti di quello che si vuole incamerare”, spiega il viceministro Maurizio Leo, che difende l’intero impianto della tregua fiscale: “nessun condono”, ma c’è da intervenire perché le sanzioni sono a “livello di esproprio”, spiega.
In manovra entreranno anche due misure stralciate dal dl Aiuti quater: la proroga al 31 dicembre 2022 della Cilas per il superbonus al 110% e la norma ‘salva-sport’, che consente la rateizzazione in 60 rate dei versamenti sospesi per il Covid, a società sportive, federazioni e enti di promozione. Si stringe intanto sul pos, per cui si valuta una riduzione della soglia da cui scattano le multe da 60 a 30-40 euro: “Nelle prossime ore troveremo una soluzione”, assicura il ministro per gli affari europei Raffaele Fitto.
Mentre una parte della maggioranza spinge per le sette mensilità di Reddito di cittadinanza, la ministra del lavoro Calderone è cauta: “Non vogliamo intervenire con l’accetta”, ma garantire agli occupabili percorsi per il lavoro. Si profila la proroga di un anno, fino al 31 dicembre 2023, per Investimenti Sud, il credito d’imposta sugli investimenti nelle regioni del Mezzogiorno. L’arrivo degli emendamenti delude però le opposizioni. Sono parziali, limitati ai temi del fisco e degli enti locali, e non sono nemmeno bollinati, attaccano dal Pd al Terzo polo, passando per M5s e Avs, irritati dalla presentazione degli emendamenti sotto forma di “appunti”.
“La maggioranza sta bloccando i lavori, non produce i pareri, il Governo è al palo. Così si rischia davvero l’esercizio provvisorio”, insorgono dal Terzo Polo. “Nessun rischio”, assicura uno dei relatori, il forzista Roberto Pella, “già abbiamo pagato dazio per quello che è successo a Francoforte…”. “L’opposizione fa ostruzionismo ma un po’ anche noi ci stiamo complicando la vita – allarga le braccia un ministro -. Comunque la manovra la chiudiamo in tempo, dovessimo lavorare a Natale e alla vigilia”.
ANSA