Il Governo delinea la manovra e insiste sui tempi, chiusura prima di Natale
Le proteste dell'opposizione. Saltate le norme sul Pos. Giorgetti in commissione, misure sociali e novità su mutui e Reddito di cittadinanza. Opzione donna non cambia
Si potrà continuare a pagare con il bancomat anche il caffè.
L’interlocuzione con l’Ue spinge il governo a eliminare dalla manovra la soglia di 60 euro entro la quale i commercianti avrebbero potuto rifiutare di usare il Pos, e ora si studiano forme di ristori per gli operatori che avranno l’onere delle commissioni.
La svolta si intuiva nelle parole di Giorgia Meloni nella mattinata di ieri ed è stata confermata in serata da Giancarlo Giorgetti. In commissione Bilancio il ministro dell’Economia ha delineato il maxiemendamento con cui si ritocca la legge di bilancio: “con “misure di carattere sociale che riteniamo significative”, spiega.
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Intanto le opposizioni partono all’attacco dopo che l’ufficio di presidenza della commissione Bilancio ha stabilito la ripresa dei lavori sulla manovra alle 18.30.
Il centrosinistra proponeva di riprendere alle 14 ma – secondo quanto riferito – ha prevalso la linea della maggioranza. “Usano i tempi della commissione per farsi i fatti loro”, attacca Debora Serracchiani. “Il presidente non svolge un ruolo di garanzia”, dice Ubaldo Pagano, capogruppo del Pd in commissione. “La verità è che la manovra non è pronta”, sottolinea Marco Grimaldi di Avs.
Inoltre, nulla di fatto alla conferenza dei capigruppo della Camera dedicata ai tempi di esame della manovra. Il presidente Fontana dopo oltre un’ora di dibattito si è riservato di convocare una nuova capigruppo stasera o domattina dopo aver parlato col presidente della commissione Bilancio.
La maggioranza ha ribadito che occorre chiudere l’esame in Aula al più tardi nella notte tra il 23 e il 24 dicembre; l’opposizione lamenta il fatto che l’esame sia sospeso in commissione sino a stasera.
“Questa notte è stata presentata una manovra sostitutiva, che contiene norme ordinamentali, chiaramente inammissibili”, dice Matteo Richetti di Azione.
Le misure
Si allarga la platea (da 20mila a 25mila euro di reddito) per il taglio di tre punti del cuneo fiscale. Salgono a 600 euro le pensioni minime per gli over 75. C’è l’indicizzazione piena per le pensioni 5 volte la minima.
Il Reddito di cittadinanza sarà per 7 e non 8 mensilità nel 2023, e aumenta da 6mila e 8mila euro la soglia massima per l’esonero dal versamento dei contributi previdenziali per chi assume a tempo indeterminato i beneficiari del sussidio.
E’ prorogata al 31 dicembre la Cilas per il superbonus al 110%. Si ripristina la vecchia norma del 2012 che permette per i contratti di mutuo ipotecario di tornare dal tasso variabile al fisso. Si aumento dell’80% il congedo parentale. E si escludono le borse di studio destinate a studenti universitari con disabilità dal computo reddituale.
L’emendamento del governo elimina la normativa relativa al Pos mentre il tetto al contante resta a 5mila euro, nonostante un refuso che andrà corretto ha chiarito Giorgetti, mentre un deputato trasmetteva in diretta su Facebook l’intervento del ministro, bloccata poi dopo il richiamo della presidenza.
Opzione donna, così come formulata nella manovra, per ora non cambia. Negli emendamenti del governo non compare infatti alcuna modifica della misura.
Che quindi al momento prevede per il 2023 la possibilità dell’anticipo pensionistico con un’età di 60 anni, che può essere ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di 2 anni, ma limitatamente a tre categorie specifiche di lavoratrici: caregiver, invalide almeno al 74% licenziate o dipendenti da aziende con tavolo di crisi.
Il Pd insiste però per tornare alla versione attualmente in vigore, senza vincoli legati ai figli e valida dunque per tutte le donne.
Cambia la norma della manovra che rivede per il 2023 e 2024 la rivalutazione automatica delle pensioni. E’ quanto si evince da uno degli emendamenti del governo. Viene, infatti, portata dall’80 all’85% la rivalutazione per gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo (circa 2000-2500 euro).
Mentre per le pensioni più alte gli scaglioni vengono rivisti con una riduzione della percentuale: dal 55% al 53% per quelle tra 5 a 6 volte il minimo; da 50% a 47% tra 6 e 8 volte il minimo da 40% a 37% da 8 a 10 volte il minimo e da 35% a 32% negli assegni oltre 10 volte il minimo (oltre 5000 euro).
“Il governo – ha aggiunto il ministro – è disponibile a un confronto con la commissione Bilancio per quanto riguarda una soluzione compatibile con la normativa e gli impegni assunti dal precedente governo sul Pnrr”. Questo il nodo che, nell’interlocuzione con Bruxelles, ha portato al ripensamento.
L’esecutivo “caldeggia”, ha spiegato Giorgetti, forme “di ristoro o risarcimento per gli operatori che si dovranno trovare di fronte ad un maggiore onere per le commissioni applicate su queste transazioni”.
CAMBIA LA TASSA SULLE PARTECIPAZIONI . Sale dal 14 al 16% l’aliquota delle imposte sostitutive applicate ai valori di acquisto delle partecipazioni e dei terreni edificabili e con destinazione agricola. Lo prevede un emendamento del governo alla manovra.
La misura è considerata tra le coperture della manovra: si stima, si legge nella relazione tecnica, un effetto finanziario per oltre 253 milioni in 3 anni (166,1 milioni nel 2023, e 43,5 milioni sia nel 2024 che nel 2025).
GIOCHI . Proroga di un ulteriore anno, fino al 31 dicembre 2024, delle concessioni per la raccolta a distanza dei giochi pubblici, in scadenza al 31 dicembre 2022.
Lo prevede un emendamento del governo alla manovra che estende di un altro anno i termini già portati dalla legge di bilancio al 31 dicembre 2023.
La misura, che riguarda le concessioni per i gioco a distanza, bingo, apparecchi da intrattenimento e scommesse, genera per le casse dello Stato entrate pari per oltre 275 milioni in due anni (98,67 milioni nel 2023 e 176,68 milioni nel 2024).
SCUOLE -Arriva un incremento di 30 milioni a decorrere dal 2023 del contributo per le scuole paritarie. E’ quanto prevede una delle norme contenute in uno dei pacchetti di emendamenti depositati in nottata dal governo alla manovra.
Regole ad hoc per le intercettazioni preventive legate alle attività di intelligence. Le prevede uno degli emendamenti del governo alla manovra che trasferisce dal ministero della Giustizia al sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica le spese per le intercettazioni ai fini di intelligenze.
L’autorizzazione spetta al procuratore generale della procura di Roma, le intercettazioni possono durare “40 giorni” prorogabili “per periodi successivi di venti giorni”.
Va redatto un “verbale sintetico” da depositare entro 30 giorni dalla fine delle intercettazioni che vanno distrutte dopo le comunicazioni del premier a Copasir.
Su questo punto dura la reazione dell’opposizione. Nel mirino la misura sulle intercettazioni che – per l’opposizione – è di carattere puramente ordinamentale. “E’ l’ennesima cosa mai vista. Ed è gravissimo che si intervenga alle nove di sera con un emendamento ordinamentale su una materia così delicata”, dice il capogruppo del Pd in commissione Bilancio Ubaldo Pagano.
“I debiti fiscali del calcio verranno trattati come quelli di tutti”, ha chiarito il responsabile del Tesoro, “per quelli previdenziali vanno saldati entro i termini, pena le procedure previste”. Su Opzione donna “il governo ha opinioni che si scontrano con una onerosità significativa”.
Si cercano soluzioni compatibili con le raccomandazioni europee. Il Pd spinge per l’eliminazione della variabile figli, la previsione della soglia anagrafica a 59 anni (e 35 di versamenti) e l’uscita a 58 per chi ha i requisiti dell’Ape sociale.
Le opposizioni hanno ottenuto una retromarcia del governo, che ha ritirato i propri emendamenti sugli investimenti al Sud accogliendo quelli bipartisan.
Il governo riduce poi la platea dei produttori e venditori di energia a cui si applica la tassa sugli extraprofitti. Viene fatto slittare di due mesi lo stralcio delle cartelle fino a mille euro, in cui non rientrano più multe e tributi locali.
C’è un sostegno agli enti locali strutturalmente in deficit, e l’Iva ridotta del 50% per chi acquista direttamente dal costruttore abitazioni in classe energetica A e B.
L’emendamento sulla “caccia libera”
“Apprendo con grande stupore che la motivazione di ammissibilità del famigerato emendamento Foti sulla caccia libera riguarda le finanze dello Stato. Ho infatti chiesto al Presidente della commissione Bilancio e al Presidente della Camera di fornirci spiegazioni sulla contestabile ammissibilità dell’emendamento alla Manovra e la risposta, giunta oggi, è che la liberalizzazione della caccia farebbe risparmiare risorse alle casse dello Stato.
È sconvolgente che un argomento così delicato come gli equilibri ambientali e faunistici siano trattati in questo modo”. Così Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra alla Camera.
ANSA