CRONACA

Emanuela Orlandi, il Vaticano riapre il caso

La famiglia: "Siamo in attesa da anni"

La 15enne scomparve nel 1983 pochi mesi dopo un’altra ragazzina, Mirella Gregori: i due casi sembrano legati. Il promotore di Giustizia della Santa Sede riavvia le indagini, l’avvocata della famiglia: “Attendiamo di essere ascoltate”.

Sono passati almeno 40 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi e da allora si sono succedute inchieste, despistaggi, illazioni, spesso inquietanti, e mai si è arrivati a una verità sulla sorte della ragazzina di 15 anni, cittadina vaticana, la cui vicenda ha scosso l’Italia e la Santa Sede.

Oggi ci si apre a una nuova opportunità di chiarezza, visto che il promotore della giustizia, Alessandro Diddi, insieme alla Gendarmeria, avvierà nuove indagini.

In base a quanto si apprende l’iniziativa è legata ad una serie di istanze presentate in passato da Pietro Orlandifratello di Emanuela. La famiglia della giovane, scomparsa a Roma nel giugno del 1983, attende da decenni che venga fatta luce su quanto accaduto a Emanuela.

Orlandi: si riparte dal 1983

Le indagini partiranno da quel pomeriggio del 22 giugno 1983 allorquando Emanuela, figlia di un dipendente vaticano, scompare nel nulla.

Quel giorno lasciò la sua abitazione alle 16 per andare a lezione di musica in piazza Sant’Apollinare, nelle vicinanze dell’omonima basilica dove molti anni più tardi si scoprì che vi era seppellito uno dei capi della banda della Magliana, “Renatino” Enrico De Pedis, secondo diversi testimoni esecutore materiale del sequestro “per conto di alti prelati”.

La magistratura vaticana in primo luogo analizzerà gli atti e i documenti relativi alle vecchie indagini. Il procedimento della Procura di Roma sulle sparizioni di Orlandi e di Mirella Gregori, quest’ultima avvenuta il 7 maggio sempre del 1983, venne archiviato nell’ottobre del 2015 su richieste dall’allora procuratore capo Giuseppe Pignatone, e ora presidente del Tribunale vaticano, e dalle sostitute Ilaria Calò e Simona Maisto.

La legale: da anni attendiamo di essere ascoltati

“Noi ne siamo all’oscuro, lo apprendiamo dagli organi di stampa ma certo è da un anno che attendevamo di essere ascoltati”, ha detto la legale della famiglia Orlandi, Laura Sgrò, commentando la notizia della riapertura delle indagini.

I suoi parenti sono da mesi in attesa di una convocazione da parte del promotore di Giustizia vaticano. “Io avevo scritto al Papa il quale, rispondendomi, mi aveva indicato di avere un confronto con il Pg. Lo abbiamo subito chiesto”, diceva a luglio 2022 Laura Sgrò, avvocata di Pietro Orlandi, riferendo che per questa si era attivata con il promotore di Giustizia “a gennaio”, quindi esattamente un anno fa.

La lettera inviata dagli Orlandi al Papa risalirebbe invece a fine 2019, secondo la documentazione raccolta nel sito dedicato alla vicenda di Emanuela.

La riapertura dell’indagine si inserisce nel contesto voluto da papa Francesco di ricerca della verità in questo e altri casi. Il caso Orlandi segue l’attenzione mostrata da altri pontefici, a partire da Giovanni Paolo II (fu il primo, nel suo appello durante l’Angelus, a ufficializzare l’ipotesi del sequestro).

Oggi i riflettori si riaccendono su un caso chiuso nel 2015 per mancanza di prove a favore dei sei accusati di concorso in sequestro di persona e omicidio, tra cui anche monsignor Pietro Vergari, ex rettore della basilica di Sant’Apollinare dove fino al 2012 era stato sepolto De Pedis.

Tiscalinews

Pulsante per tornare all'inizio