Eleonora di Toledo, Firenze celebra signora ‘500
Mostra a Palazzo Pitti su duchessa di Firenze con 100 opere
Icona di bellezza, regina della moda e del costume del tempo, influente personalità politica e grande appassionata d’arte: la reggia di Palazzo Pitti a Firenze celebra Eleonora di Toledo, moglie di Cosimo de’ Medici, con una grande mostra che espone dipinti, disegni, arazzi, abiti, gioielli e pietre preziose legate in qualche modo alla signora del Cinquecento.
Sono oltre 100 le opere, alcune provenienti da prestiti internazionali, per la rassegna ‘Eleonora di Toledo e l’invenzione della corte dei Medici a Firenze’ organizzata dalle Gallerie degli Uffizi e curata dallo storico dell’arte e docente della New York University Florence Bruce Edelstein (dal 7 febbraio al 14 maggio).
Sette le sezioni di cui è costituita la rassegna che espone, tra le altre opere, il ritratto di Eleonora di Toledo attribuito ad Alessandro Allori e proveniente da Berlino, il disegno per il monumento effimero a Giovanni delle Bande Nere di Niccolò Tribolo (prestito del Musée du Louvre) e un abito femminile, probabilmente indossato da una delle damigelle di Eleonora quando fu ricevuta in Vaticano nel 1560 da Papa Pio IV, eseguito dalla bottega di Agostino da Gubbio.
Il primo capitolo della mostra racconta l’infanzia di Eleonora a Napoli all’inizio del Cinquecento e propone, tra le varie opere, il ritratto di Pedro de Toledo come cavaliere dell’ordine di Santiago, di Tiziano Vecellio. Segue la sezione dedicata all’arrivo a Firenze come moglie di Cosimo e quella sugli undici figli della coppia che accoglie il ritratto di Eleonora di Toledo con il figlio Giovanni di Agnolo Bronzino.
L’esposizione si sofferma poi sull’interesse di Eleonora per l’arte e in particolare per i lavori prodotti dall’Arazzeria medicea: in mostra l’arazzo della bottega di Nicolas Karcher, tessuto da un cartone di Francesco Salviati, Compianto sul Cristo morto. Altre sezioni raccontano della sua influenza sulla trasformazione della moda a Firenze e l’amore per i giardini. L’opera più importante tra le committenze della duchessa fu proprio il Giardino di Boboli.
L’ultimo capitolo della mostra è dedicato alla fortuna postuma di Eleonora e al suo lascito culturale. Il direttore delle Gallerie degli Uffizi, ha ricordato che “insieme a Vittoria Colonna, Eleonora fu altresì una delle grandi mecenati donne, non solo di artisti ma anche di letterati e filologi. Non solo.
Come la duchessa di Mantova Isabella d’Este, anche la spagnola trapiantata a Firenze aveva un debole per l’abbigliamento e fu una vera e propria arbitra elegantiarum, quasi una Anna Wintour del periodo”.
ANSA