Pnrr: Tortorelli (UIL), senza nuove assunzioni al Sud a rischio 14 miliardi
L’allarme lanciato da Banca Italia – “con pochi lavoratori nella P.A. al Sud e senza competenze specifiche il Pnrr è a rischio” – va preso sul serio perché anche in Basilicata la carenza nelle piante organiche specie dei Comuni incide negativamente nonostante l’alto numero di progetti dei Comuni lucani candidati per il Pnrr che ne fanno una delle prime regioni del Sud. Così Vincenzo Tortorelli, segretario regionale Uil Basilicata per il quale dal rapporto Bankitalia emerge che il personale si è ridotto del 27% fra il 2007 e il 2020, con una dinamica decisamente peggiore al Sud che nel resto del Paese, anche a causa della mancata o distorta applicazione delle norme sul finanziamento dei Comuni. I dati disponibili mostrano inoltre più elevati tempi di realizzazione degli investimenti pubblici nei comuni del Mezzogiorno, che dipendono principalmente da una forte assenza di personale qualificato. Nei nostri Municipi – dice Tortorelli – mancano persino figure professionali fondamentali a realizzare gli uffici tecnici e quindi a svolgere funzioni di ordinaria amministrazione. Perché il Piano si possa realizzare è indispensabile un’immediata e forte azione di sostegno, attraverso nuove assunzioni di personale o tramite supporti tecnici esterni. Il risultato del rapporto dell’istituto di credito nazionale non consente distrazioni e disattenzioni: al Sud sono assegnate oltre il 40% delle risorse del Pnrr – 122,5 miliardi complessivi a fine 2022 – con il rischio sempre più concreto di perdere 14 miliardi. Dieci anni e più di assunzioni “congelate” nella P.A. lucana pesano notevolmente che insieme al nuovo calo demografico registrato dall’Istat mette in pericolo la spesa del Pnrr e di conseguenza l’occupazione. Una situazione che – afferma il segretario della Uil – è un ulteriore “tappo” per il ricambio generazionale nella P.A. più volte tirato in ballo e di fatto accelera la fuga di giovani laureati e specializzati. Tutto questo accade mentre le prove concorsuali per le assunzioni programmate da anni in Regione sono continuamente procrastinate e si preferisce continuare con personale convenzionato e precario. Non sfugga che nei prossimi 5 anni per l’assistenza tecnica vale a dire per agenzie, enti, strutture, organismi che a vario titolo affiancano Regione e Comuni nell’attuazione dei programmi comunitari si spenderanno 8,3 milioni di euro.