Magistratura: di famiglia lucana la prima donna a Cassazione
I genitori di Margherita Cassano erano della provincia di Matera
Per la prima volta nella storia d’Italia una donna guiderà la Suprema Corte di Cassazione: il Csm, appena insediato e guidato dal vicepresidente Fabio Pinelli, ha indicato Margherita Cassano, fiorentina di 67 anni, ma con chiare origini lucane, della provincia di Matera per l’esattezza.
Il padre, anche lui magistrato, Pietro Cassano, uno dei protagonisti della magistratura nella lotta contro il terrorismo “rosso” e “nero”, era di San Mauro Forte, mentre la madre di Grassano.
Il voto finale ci sarà il primo marzo prossimo in una seduta di plenum presieduta dal capo dello Stato, ma l’esito è scontato. Cassano succederà all’attuale primo presidente Pietro Curzio, che va in pensione.
A indicarla è stata la Commissione per gli incarichi direttivi, che ha votato all’unanimità la proposta del relatore, il togato indipendente Andrea Mirenda.
Un altro concorrente c’era, Giorgio Fidelbo, presidente di sezione in Cassazione. Ma a far pendere il piatto della bilancia, al termine di un’approfondita audizione dei due candidati, dalla parte di Cassano è stato il ruolo di “numero due” della Cassazione che ricopre dal 2020.
Nella carriera della prossima presidente della Cassazione, c’era già un altro record: è stata anche la prima donna ad accedere ai vertici della Suprema Corte.
E’ in magistratura dal 1980. Ha iniziato alla procura della Repubblica di Firenze, dove si è occupata anche di questioni relative alle tossicodipendenze e al traffico di droga, temi che ha continuato a seguire in tutta la sua carriera.
A Firenze ha lavorato con assiduità con il procuratore Pier Luigi Vigna. Dal 1982 è stata componente del gruppo specializzato nelle indagini in materia di stupefacenti e di criminalità organizzata. Dal 1991 al 1998 e’ stata assegnata della Direzione distrettuale antimafia di Firenze.
Esponente di Magistratura indipendente, la corrente delle toghe che si definisce più “moderata”, è stata consigliere del Csm dal 1998 per quattro anni.
Poi dal 2003 è approdata alla Corte di Cassazione, dove è stata anche presidente della prima sezione penale, ruolo in cui si è occupata di reati di omicidio e violenze. Dal 2016 ha presieduto la Corte d’appello di Firenze dove è rimasta circa quattro anni.
ANSA