A Milano Bill Viola, genio della videoarte
Quindici installazioni esposte nelle sale di Palazzo Reale
MILANO – Luci, colori e suoni che portano il visitatore a riflettere, in un viaggio interiore fatto di emozioni. Sono dei veri e propri video dipinti le installazioni create da Bill Viola, il genio della videoarte a cui il Palazzo Reale di Milano dedica la sua prima personale.
In mostra, dal 24 febbraio al 25 giugno, ci sono quindici opere che ripercorrono la carriera dell’artista, nato a New York nel 1951 e di origini italo-americane.
E proprio l’Italia del Medioevo e del Rinascimento ha influenzato l’opera dell’artista che infatti nei suoi lavori ripropone spesso dei trittici o fa riferimento alle stanze affrescate del Medioevo.
Le opere in mostra a Milano sono state selezionate grazie alla cura di Kira Perov, moglie dell’artista e direttore esecutivo di Bill Viola Studio. Nelle installazioni il video diventa un nuovo mezzo dell’arte contemporanea per indagare una più profonda conoscenza dell’uomo.
“Il mondo del digitale e la sua esistenza che dipende da impulsi elettrici ci ricorda la nostra fragilità – ha spiegato Kira Perov in un video messaggio durante la conferenza stampa di presentazione della mostra -, per questo il visitatore ha bisogno di tempo per la riflessione e questo è un dono che queste opere possono offrire.
Le opere ci avvolgono gradualmente in un mondo interiore di riflessione e di auto riflessione”. Una dimensione che emerge ad esempio nella serie di video Passions, un richiamo al Rinascimento italiano, che al rallentatore catturano dettagli di emozioni umane impossibili da vedere in tempo reale, oppure con Ocean Whitout a Shore, opera nata a Venezia nella chiesa sconsacrata di San Gallo, che descrive una soglia metaforica del momento in cui la vita diventa morte.
Alla fine degli anni Ottanta Viola si trova di fronte a un periodo di crisi creativa e qui l’artista inizia a pensare ad una nuova composizione dell’immagine attraverso la costruzione di vere e priore scene, quasi cinematografiche, ispirate alla tradizione artistica occidentale.
Nasce da qui uno dei suoi capolavori The Greeting del 1995 ispirato alla Visitazione del Pontormo (1528-9). L’opera mostra due donne che parlano vestite con abiti del ‘500 come nel dipinto originale, che sono interrotte da una terza donna che entra in scena abbracciando e salutando.
Un evento che si svolge in 45 secondi è esteso a oltre 10 minuti “perché il tempo è malleabile nelle mani di Bill Viola”, come sottolinea la moglie. Altri temi cari all’artista sono quelli della nascita, della vita e della morte, dove quest’ultima non è affatto intesa come la fine di ogni cosa.
Come in Emergence, opera ispirata ad un affresco di Masolino da Panicale intitolato Pietà del 1424, raffigurante il Cristo che risorge dal sepolcro assistito dalla Madonna e da San Giovanni.
Così nell’opera di Viola un giovane si erge da una cisterna traboccante d’acqua, che qui rappresenta sia la vita che la morte, un annegamento e al contempo una nascita.
ANSA