Lavoratori di Portovesme su una ciminiera: “Non scendiamo senza risposte concrete” ‘Subito un tavolo nazionale sulla vertenza energia’
Quattro lavoratori della Portovesme srl, nel Sulcis, si sono asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza.
La clamorosa protesta, corredata da un comunicato, è stata messa in atto per porre in modo forte il tema del caro energia e della fermata di quasi tutti gli impianti della Portovesme srl che metterebbe a rischio 1300 buste paga.
Nel frattempo da ieri i lavoratori degli appalti sono in assemblea permanente, nel piazzale della Portovesme srl, con presidio nella portineria degli appalti, dove sono state anche piazzate alcune tende.
Quattro lavoratori della Portovesme srl, nel Sulcis, si sono asserragliati sulla ciminiera dell’impianto Kss a 100 metri di altezza.
La clamorosa protesta, corredata da un comunicato, è stata messa in atto per porre in modo forte il tema del caro energia e della fermata di quasi tutti gli impianti della Portovesme srl che metterebbe a rischio 1300 buste paga.
Nel frattempo da ieri i lavoratori degli appalti sono in assemblea permanente, nel piazzale della Portovesme srl, con presidio nella portineria degli appalti, dove sono state anche piazzate alcune tende.
Sulcis, lavoratori della Portovesme srl asserragliati su una ciminiera a 100 metri di altezza
“Questo non è un colpo di testa, ma è un’azione a sostegno delle vertenze e delle iniziative messe in atto sino a ora dalle Rsu e dai sindacati.
Noi a questo punto abbiamo la necessità di avere un incontro urgente al ministero per aprire un confronto nazionale con tutti gli interlocutori seduti allo stesso tavolo e trovare una soluzione subito sul fronte energia. Non bastano le rassicurazioni, ma per farci scendere servono impegni seri e forti”. Lo dicono all’ANSA i lavoratori saliti sulla ciminiera.
Lavoratori e sindacati in assemblea dopo la clamorosa protesta di quattro operai della Portovesme srl che nelle prima ore di oggi sono saliti a 100 metri di altezza sulla ciminiera dell’impianto Kss della Portovesme srl, nel Sulcis. “Solidarietà ai lavoratori che hanno intrapreso questa iniziativa a difesa del lavoro.
È evidente che il tema da risolvere è quello dell’energia, purtroppo registriamo nessun passo avanti delle istituzioni. Condividendo il documento dei lavoratori chiediamo con la massima urgenza un incontro con il ministro competente”, dicono Emanuele Madeddu Filctem-Cgil, Vincenzo Lai Femca Cisl e Pierluigi Loi Uiltec Uil.
Ancora sciopero tra i lavoratori delle ditte esterne che lavorano all’interno dello stabilimento della Portovesme srl. “L’ultima iniziativa è conseguenza del taglio degli appalti che coinvolge nella stessa commessa, Skv, Gsmi, Fm e Scs – scrivono in una nota le segreterie territoriali Fiom, Fsm, Uilm del Sulcis-Iglesiente – Un appalto passato da 200 a 76 persone, che difficilmente può soddisfare le aspettative di occupazione richieste dai lavoratori.
L’iniziativa di ieri ha visto trovare soluzione, attraverso il consenso e d’accordo con le aziende coinvolte, attraverso la suddivisione delle lavorazioni, con le aziende che anticiperanno la cassa integrazione e che utilizzeranno le ferie, e la Cigo per superare la mancanza di lavoro in questi due mesi di difficoltà che ci aspettano.
Una soluzione provvisoria, che se non vede coinvolge la Portovesme srl è del tutto insoddisfacente – osservano le sigle – Per tali ragioni, pur apprezzando il massimo sforzo effettuato per il raggiungimento del risultato parziale delle aziende in appalto, chiediamo con carattere di urgenza una soluzione definitiva alla vertenza, che deve trovare soluzione attraverso un costo energetico che dia garanzia produttive alla Portovesme srl, la quale deve rioccupare le persone tutte, senza se e senza ma, da subito, in modo dignitoso”.
Secondo i sindacati “la crisi determinatasi a causa degli aumenti del costo energetico, ha di fatto colpito la multinazionale, che nel corso di 12 mesi è stata costretta ad affrontare una crisi in conseguenza del costo energetico passato da poco più di 20€ sino a quasi 800€Mwh, una conseguenza, figlia delle scelte ‘poco attente’ dalla Portovesme – osservano -.
Le fermate degli impianti annunciate, hanno di fatto ridotto le lavorazioni da effettuare, portando in questi giorni, le aziende operanti all’interno della Portovesme srl, ad aprire le procedure di cassa integrazione, con un numero di persone occupate al lavoro, talmente esiguo da rischiare ogni giorno uno sciopero o una protesta”.
ANSA