Strage di migranti in Calabria: 63 le vittime accertate Piantedosi: “La disperazione non giustifica i viaggi a rischio”
Continua incessante la ricerca dei dispersi dopo il tragico naufragio in Calabria, avvenuto all’alba di domenica, davanti alla costa Crotonese, sul litorale di Steccato di Cutro.
Il corpo di una bambina è stato recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco nelle acque di Steccato di Cutro.
Dopo la segnalazione dell’avvistamento, i sub sono subito intervenuti, a poche centinaia di metri dal luogo del naufragio di domenica mattina.
I vigili, dopo alcuni minuti di osservazione, hanno notato il corpo e sono riusciti a portarlo a riva: il corpo della bambina, di circa 14 anni, con capelli neri e ricci, è stato quindi adagiato su un telo bianco e trasportato via con un mezzo della Capitaneria di porto. Con quest’ultimo ritrovamento salgono a 63 le vittime accertate del naufragio.
Altri tre corpi sono stati recuperati in mattinata nel corso delle ricerche dei dispersi: uno è stato trovato sulla spiaggia ad alcune centinaia di metri dal luogo del disastro. Un altro è stato recuperato in mare, a circa 400 metri dalla riva, da una motovedetta della Guardia costiera ed il terzo a Le Castella, a 3,5 miglia marine dal luogo dell’incidente.
“La disperazione non può mai giustificare condizioni di viaggio che mettono in pericolo la vita dei propri figli”. Il giorno dopo il naufragio del Crotonese, con 63 vittime finora accertate, il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ribadisce la linea del Governo: per evitare tragedie bisogna fermare le partenze lavorando con i Paesi di provenienza e chi entra in Italia lo deve fare attraverso i canali legali, non su barconi insicuri.
Opposizione e ong non ci stanno e attaccano: “Il ministro si vergogni, da lui uno schiaffo alle vittime”. E chiedono che riferisca alle Camere sui soccorsi. La premier Giorgia Meloni, intanto, ha scritto una lettera al Consiglio ed alla Commissione europea: “serve un’Europa che, oltre a dichiarare la sua disponibilità, agisca e in fretta”. Da Bruxelles fanno sapere che non è sul tavolo alcuna proposta di una missione navale europea per il salvataggio dei migranti.
Il titolare del Viminale è intanto volato a Parigi per un bilaterale con il collega francese Gerald Darmanin, dopo le frizioni del caso Ocean Viking: entro marzo ci saranno missioni congiunte Italia-Francia in Libia e Tunisia. Piantedosi è reduce dalla visita a Crotone. Tutto quello che si poteva fare per evitare il naufragio – sostiene – è stato fatto; le motovedette di Guardia costiera e Guardia di finanza si sono attivate ma le condizioni del mare non hanno consentito l’intervento di salvataggio.
Nulla c’entra, poi, ragiona, il decreto con la stretta sulle ong, dal momento che le navi umanitarie non operano sulla rotta orientale ma esclusivamente davanti alle coste della Tripolitania. Più in generale, le motovedette italiane continuano a salvare ogni giorno decine di migranti, 50mila lo scorso anno.
Il punto su cui lavorare, anche per salvare vite è quindi quello di bloccare le partenze: nelle settimane scorse esponenti del Governo hanno visitato Turchia, Libia e Tunisia, proprio per stringere accordi con le autorità locali. Aiuti economici in cambio di un controllo più efficace delle coste.
L’Italia, intanto sta rafforzando i canali di ingresso regolari, come dimostra l’ultimo decreto flussi, che ha 83mila quote, più di quelle dall’analogo provvedimento firmato dal Governo Draghi. Dall’opposizione parte un fuoco di sbarramento contro quello che viene visto come un tentativo di colpevolizzare le vittime.
“C’è da inorridire alle parole di Piantedosi che non sa dire altro, di fronte a una tragedia come quella di Crotone, che bisogna bloccare gli sbarchi”, attacca il segretario e deputato di Più Europa, Riccardo Magi. Per il leader di Azione, Carlo Calenda, si tratta di “parole indegne dette con una prosopopea insopportabile”.
Il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, sottolinea che “si travalica il confine della decenza”, mentre Angelo Bonelli, co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra, definisce “scandalose” le dichiarazioni di Piantedosi: “un misto di cinismo e assenza di rispetto. Provo vergogna io per lui che le ha pronunciate”. Duro anche Gaetano Amato (M5S): “la colpa secondo lui è tutta di chi parte, ignorando le ragioni che spingono a fare una scelta così rischiosa.
Come ha potuto esprimersi così davanti a 60 morti tra cui 14 bambini?”. Per la neo segretaria del Pd, Elly Schlein, quella di Crotone è “un’altra strage che pesa sulle coscienze di chi pochi giorni fa ha approvato un decreto che impedisce i salvataggi in mare quando occorrerebbero vie legali di ingresso in Europa”.
Analoga la posizione delle ong. Marco Bertotto, direttore dei programmi di Msf Italia: “le dichiarazioni della premier Meloni e del ministro Piantedosi sono poco più di un triste scaricabarile, un ennesimo schiaffo sul volto delle vittime e dei sopravvissuti di questa tragedia”.
Giorgia Meloni torna su “una tragedia che non può lasciare nessuno indifferente” e si rivolge all’Europa.
“L’unico modo per affrontare seriamente con umanità questa materia – sottolinea – è fermare le partenze e su questo sì serve un’Europa che oltre a dichiarare la sua disponibilità agisca e in fretta ed è la ragione per la quale oggi stesso ho inviato una lettera al Consiglio europeo e alla Commissione europea per chiedere che venga immediatamente reso concreto quello che abbiamo discusso all’ultimo consiglio europeo”. Interviene anche il segretario generale Onu, Antonio Guterres.
Finché “bande criminali controlleranno le rotte migratorie – dichiara – le persone continueranno a morire. Abbiamo bisogno di percorsi sicuri, ordinati e legali per migranti e rifugiati. E dobbiamo fare tutto il possibile per prevenire la perdita di vite umane fornendo ricerca, soccorso e assistenza medica, come imperativo umanitario e come obbligo morale e legale”.
“Credo che tragedie come queste impongano un grande rispetto nei confronti delle vittime – ha detto in serata il ministro dell’Interno commentando da Parigi le polemiche -, una postura e scelte verbali adeguate da parte di chiunque, da parte soprattutto di chi ha incarichi di governo a partire dal sottoscritto. Però trovo vergognoso che esista un livello cosi’ alto di strumentalizzazione di tragedie cosi’ grandi per mettere in discussione quelli che sono poi dei principi di cui si potrebbe poter discutere liberamente”.
Procuratore, l’indagine è sul naufragio non sui soccorsi
“Stiamo anche vedendo di ricostruire la catena dei soccorsi ma non ci sono indagini su questo. Stiamo ricostruendo tutti i passaggi dall’avvistamento in poi per ricostruire cosa è stato fatto e confrontarlo con quello che si doveva fare che sembra sia stato fatto. Di sicuro le condizioni del mare erano terribili”.
Lo ha detto all’ANSA il procuratore della Repubblica di Crotone Giuseppe Capoccia sull’indagine aperta sul naufragio. “Qui – ha poi aggiunto – mancano uomini e mezzi alle forze dell’ordine. Il governo dovrebbe capire che sarebbe necessaria impostare in modo diverso le strutture. In estate abbiamo 3 sbarchi la settimana”.
LO STRAZIO DEI SUPERSTITI – Piangono senza parlare, avvolti in un dolore terribile e muto, i circa 60 migranti superstiti portati nel centro di accoglienza di Isola Capo Rizzuto. Hanno tolto i vestiti bagnati e sono avvolti da coperte, riuniti, con lo sguardo fisso nel vuoto, accomunati dal dolore e dalla disperazione. Una donna, che ha il naso fratturato, grida disperata il nome del figlio che non trova più.
DA DOVE VENIVANO I MIGRANTI – I migranti provenivano da Iraq, Iran, Afghanistan e Siria. Si trattava di uno dei tanti viaggi della speranza che segue la rotta turca, quella più battuta dai migranti provenienti dai Paesi dell’area. Erano su un caicco che non ha retto alla forza del mare, particolarmente mosso, e si è spaccato a pochi metri dalla costa.
L’APPELLO DI MATTARELLA – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nell’esprimere il “dolore” per il naufragio davanti alle coste crotonesi ,sollecita “un forte impegno della comunità internazionale per rimuovere le cause alla base dei flussi di migranti; guerre, persecuzioni, terrorismo, povertà, territori resi inospitali dal cambiamento climatico”. È altrettanto indispensabile – aggiunge – che l’Ue assuma finalmente in concreto la responsabilità di governare il fenomeno migratorio per sottrarlo ai trafficanti di esseri umani, impegnandosi direttamente nelle politiche migratorie.
ANSA