Tortorelli (Uil): la istituzione di un’Agenzia agro-forestale non è più rinviabile
I recenti indirizzi illustrati dal Presidente Bardi sul tema Strategia forestale ed Agenda 2030 possono rappresentare una utile cornice di confronto e di rilancio nel settore.
Tuttavia, essi presuppongono un cambiamento radicale che le organizzazioni sindacali rivendicano da tempo, nella impostazione delle politiche di valorizzazione del patrimonio agroforestale, inteso come asse strategico di un nuovo sviluppo regionale.
Con passione e visioni innovative la UIL e il mondo sindacale hanno costruito e messo a disposizione analisi e proposte ispirate agli indirizzi europei che espandono la programmazione del patrimonio boschivo per “cerchi concentrici”: le politiche di tutela della biodiversità, quelle energetiche, climatiche, di sviluppo del turismo, di gestione del paesaggio, le politiche di sviluppo rurale. Siamo nel campo della multifunzionalità e della valorizzazione della risorsa forestale!
Su questo terreno avanzato di rivendicazioni e di proposte le interlocuzioni con i governi regionali non hanno prodotto un reale cambiamento di rotta, se non, in taluni casi una involuzione ed un arretramento.
Ora è tempo di assumere fino in fondo la impostazione multifunzionale del mondo agroforestale, nella convinzione che dalle foreste, dai boschi si possano estrarre valori e benefici di portata straordinaria nella regione: la filiera del legno-energia, la valorizzazione del sottobosco e dell’arboricoltura da frutto, la filiera socioculturale turistica delle foreste e quella della biodiversità, oltre quelle consolidate della tutela e manutenzione del patrimonio.
La proposta della Uil, più volte ribadita, è quella di una agenzia agro-forestale a valenza pubblica ed economica che deve colmare un vuoto: quello del deficit gestionale nel settore, superando frammentazioni e separatezze perseguendo una visione produttiva e di mercato, di graduale autosostenibilità finanziaria del settore e di valorizzazione dell’ occupazione forestale ed agro-ambientale.
Occorre pertanto adottare con urgenza un quadro di scelte regionali coerente che rilanci:
1) un uso innovativo dei vari strumenti di pianificazione quali i Piani di azione per l’energia sostenibile, i piani strutturali intercomunali i piani di assestamento forestali;
2) la razionale gestione selvicolturale, con il mantenimento e miglioramento degli equilibri biologici delle funzioni produttive turistico-ricreative dei boschi e con investimenti che migliorino la redditività delle foreste;
3) la tutela e conservazione degli habitat e del paesaggio;
4) la mitigazione dei cambiamenti climatici e dei rischi idrogeologici con la riforestazione di aree peri-urbane in stato di degrado;
5) l’analisi e messa in valore del potenziale vocazionale del territorio regionale per l’utilizzo a fini energetici e produttivi del bosco e del sottobosco;
6)l a promozione della certificazione forestale.
La sfida è di definire e costruire insieme un processo di riforma del settore a cascata, un insieme crescente, coordinato e cumulativo di decisioni e di scelte programmatiche, per mettere in moto un cambiamento reale nel campo agroforestale regionale.
A partire da un programma triennale organico, di più aggiornata ispirazione, definito in tempi, metodi e progetti di ampio respiro.
Un programma che metta in valore le risorse, con un’ottica di fuoriuscita da concezioni assistenziali, prefigurando una condizione di auto sostentamento del settore e di apertura ai mercati.
Vi è la convinzione che da un’operazione cosi avanzata possano derivare consistenti opportunità occupazionali e reddituali, aggiuntive rispetto alle attuali platee di lavoratori, da mobilitare in un nuovo e più produttivo impiego forestale. Per fare queste cose occorre una nuova strumentazione. Su questo tema si attendono risposte efficaci ed impegni certi.