CRONACA

I lavoratori Tis e Rmi a Bardi, sulla natività s’interroghi perchè in molti vanno via dalla Basilicata

Pubblichiamo di seguito la lettera che i lavoratori Tis e Rmi lucani in lotta da mesi hanno inviato al Presidente della Giunta Regionale Vito Bardi dopo il “Rapporto Annuale 2023  sullo spopolamento  e sulla  vita pubblica della Basilicata.

“Presidente Bardi, aveva bisogno di leggere i dati ISTAT per scoprire che la Basilicata si sta spopolando?
Chi le scrive fa parte dei 1800 lavoratori Tis e Rmi lucani, quelli che da sei mesi manifestano sotto la regione e da tre hanno allestito un presidio permanente nei pressi dello stesso palazzo.
Lei forse “non si ricorda” di noi e della nostra battaglia di giustizia e dignità.
Siamo quei lavoratori che percepiscono un misero sussidio di 550 euro al mese  e lavorano a nero da tanti  anni  negli enti  della pubblica amministrazione lucana.
Siamo quelli che portano avanti la macchina comunale, senza i quali molti paesi della Basilicata non potrebbero garantire i servizi ai cittadini e rischierebbero un più veloce spopolamento.
Noi invece ci ricordiamo delle parole che pronunciò l’11 gennaio quando le parlammo della nostra condizione di sfruttati.

Parole, le sue, piene di speranza e di impegni fino ad oggi non mantenuti, dichiarazioni che valevano più di un accordo scritto per chi, come noi , crede che una stretta di mano valga più di qualsiasi pezzo di carta.
Ci è stato detto che gli impegni se li è rimangiati per logiche di appartenenza o alleanze politiche, strategie di cui noi pagheremmo il prezzo, sta a lei smentire queste voci con i fatti

Sta di fatto che da quell’ 11 gennaio non si è mai più voluto interessare della nostra condizione.
Ci scusi quindi se non le crediamo quando dice di scoprire solo oggi che i lucani vanno via dalla Basilicata, come non fosse responsabilità anche sua.
Sa benissimo cosa accade ai lucani, cosi come è informato del fatto che le persone abbandonano questa terra perché non volete riconoscere loro quanto meritano.

Secondo lei i nostri figli possono permettersi o essere stimolati a restare in Basilicata se i propri genitori sono sfruttati a nero proprio da quelle istituzioni che dovrebbero risolvere il problema della disoccupazione giovanile?

Se lei da mesi si rifiuta di mantenere gli impegni presi con noi,  come pensa di essere credibile quando si dice preoccupato per il futuro di chi popola come noi questa terra?

La sfidiamo a smentirci. Siamo qui,  un lavoro come sa ce lo abbiamo, continueremo a lottare e non lasceremo la nostra terra. Ci riconosca ciò che ci spetta, un contratto di lavoro, mantenga fede alla parola data.  Anche cosi si combatte lo spopolamento della Basilicata”.

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