CULTURA E EVENTI
Matera, l’Associazione Maria Santissima della Bruna dona un rosone delle luminarie della Festa della Bruna alla Cooperativa Auxilium
per ringraziarla del supporto fornito dai suoi infermieri dell'Assistenza Domiciliare Integrata, durante tutta la giornata della festa patronale del 2 luglio scorso
L’11 ottobre, nei locali della Fabbrica del Carro, il presidente dell’associazione Bruno Caiella e don Francesco Di Marzio, incaricato della Curia per la Festa della Bruna, hanno consegnato il rosone al fondatore della Cooperativa Auxilium Angelo Chiorazzo, il quale era accompagnato da un gruppo di operatori dell’ADI della Basilicata: “Il rosone pieno di luci vuole essere un omaggio all’aiuto, all’amicizia e alla vicinanza, che la Cooperativa Auxilium ha offerto in questi anni alla Festa della Bruna – ha detto Bruno Caiella – Una collaborazione grazie alla quale quest’anno abbiamo avuto gli infermieri dell’ADI Auxilium a vegliare sulla salute e sulla sicurezza di decine di migliaia di persone durante la Festa della Bruna”.
Ha aggiunto don Francesco Di Marzio: “Le luminarie, simbolo di luce, sono un grazie a coloro che con il proprio lavoro e il proprio servizio accendono di speranza l’esperienza di tante persone fragili e vulnerabili.
Con l’auspicio che accogliendo le nostre fragilità, illuminandole con la consapevolezza di essere tutti figli amati di Maria, sappiamo donare quel sorriso che sgorga da un cuore radioso di bellezza e di bontà”.
Racconta Angelo Chiorazzo: “Alla Madonna della Bruna, una delle feste più belle del Mezzogiorno, ci lega devozione cristiana, ma anche amore per una tradizione sentita nel profondo dal popolo della Città dei Sassi.
Per noi sarà sempre un piacere e un onore collaborare alla buona riuscita di questa festa, che fa parte dell’identità di Matera e che ogni anno si rinnova, attirando gente che arriva da tutto il mondo.
Un successo che si deve anche alla passione e al lavoro di tutte le persone che fanno parte dell’Associazione Madonna della Bruna, a partire dal dottor Bruno Caiella e da don Francesco di Marzio”.