Anabio Cia: subito legge regionale bio-distretti
La legge regionale della Basilicata sui bio-distretti per realizzare ambiti/areali produttivi di eccellenza, con l’istituzione di un bio-distretto lucano, seguendo l’esempio della Regione Emilia Romagna, non è più rinviabile. A sostenerlo è l’Anabio, l’associazione nazionale per il biologico della Cia Potenza-Matera che ha tenuto un incontro di lavoro nella sede Cia di Potenza. E’ stata l’occasione – sottolinea il presidente regionale Anabio Cia Paolo D’Andrea – per fare il punto dei problemi in una regione che si conferma la terza regione in Italia nel rapporto tra superficie agricola totale e superficie agricola bio, con circa 130mila ettari di superficie agricola impegnata a biologico, 3.721 operatori, 106 aziende trasformatrici di prodotti bio. Nei prossimi 4 anni saranno spesi circa 80 milioni di euro di risorse UE sul settore bio che si aggiungono alle misure del 1 pilatro specie con applicazione degli ecoschemi. Pertanto – ha detto D’Andrea – è necessario condividere bandi e procedere ad una puntuale pianificazione sull’intero comparto bio ancor più in questa programmazione 2023/27 che apre ad importanti novità a partire dal sostegno al comparto zootecnico bio che in Basilicata riveste un importante ambito produttivo. Si tratta, a partire dalla modifica della LR 1/2001, di definire per criteri di selezione perchè rispondano alle reali esigenze dei produttori e del nostro territorio e degli areali produttivi che devono rappresentare la parte preminente dei distretti bio-rurali integrando e rafforzando quelli esistenti. Obiettivo centrale – ha detto il direttore Cia Potenza-Matera Donato Distefano – è quello poter contare su una legge regionale in grado di cogliere queste evoluzioni riteniamo non più rinviabile l’ ammodernamento della legge 1/2001 e la Dgr 1931/03 in modo da dispiegare tutte le potenzialità del nostro territorio e organizzare gli areali produttivi fino a costruire un unico distretto agro-ambientale delle terre lucane in grado di intercettare e capitalizzare tutte le esternalità positive prodotte dalle pratiche agronomiche e agro-ambientali compreso i crediti di carbonio e quelli turisitici/paesaggistici. In Basilicata i processi produttivi eco-sostenibili – è stato sottolineato – rappresentano un importante valore aggiunto se finalizzati a sostenere le produzioni di qualità ed intensive che rappresentano gran parte dell’export lucano, e contestualmente rilanciare in questa logica organizzativa le produzioni estensive agro-zootecniche e forestali quale occasione per costruire filiere e reti d’imprese territoriali e mercati di prossimità, aprendo a relazioni economiche con la filiera delle PMI della trasformazione e della distribuzione Regionale. Al centro di questa strategia c’è il Progetto di distretto regionale per la sostenibilità e l’innovazione agro-alimentare, zootecnico e silvo-forestale. La filiera bio va sostenuta in quanto componente ad alto valore qualitativo – ha aggiunto il presidente Anabio – va sostenuta in quanto rispettosa dei consumatori per una corretta e sana alimentazione per questo si propone di apportare una revisione dell’Iva sui prodotto bio, una riduzione dei costi di certificazione. Il momento è complicato per tutti, non solo per il bio – ha aggiunto Distefano – e serve uno sforzo maggiore rispetto al passato e indispensabile avere un progetto chiaro per l’agricoltura lucana partendo dalla qualita’ della spesa ci sono problemi e vanno affrontati, anche nel bio, con decisione.