Italia del vino, ‘in un anno difficile per il settore cresciamo’
Italia del vino, 'in un anno difficile per il settore cresciamo' Presidenza in rosa per consorzio con 25 aziende da Nord a Sud
Cresce in un anno da 22 a 25 il numero delle griffe del vino di 19 regioni aderenti al Consorzio ‘Italia del vino’ che, sotto la presidenza da Roberta Corrà, prova a far fronte a un anno difficile per il settore dando prova di unione sia nella promozione all’estero sia nel faciltare le imprese costituendo di fatto un gruppo d’acquisto per i contenitori in vetro e per le polizze assicurative contro i danni da eventi climatici avversi.
A dirlo, in occasione del rituale scambio degli auguri di natalizi ancora una volta a Roma presso l’hotel Splendide Royal, è la stessa presidente Corrà: “Unire le forze mostrando al mondo un fronte comune e coeso – ha detto la presidente Roberta Corrà – è fondamentale per comunicare efficacemente l’eccellenza enoica italiana anche e soprattutto in ottica export.
Crescono a 25 le adesioni al nostro consorzio e per il 2024 Italia del Vino ha in programma di fare sistema nelle due principali fiere internazionali di settore: Vinexpo Parigi e Prowein Dusseldorf, con una partecipazione collettiva delle aziende del Consorzio e un brindisi nella nuova sede a Parigi di Signorvino, new entry nella nostra compagine.
Continueremo poi a investire in progetti di ricerca e sviluppo, concentrandosi sull’innovazione tecnologica e sulla digitalizzazione, in linea con gli obiettivi indicati dall’Unione Europea.
In questo periodo storico in cui la tecnologia e la digitalizzazione giocano un ruolo sempre più cruciale, investimenti di questo tipo possono contribuire significativamente a migliorare la competitività e la sostenibilità del settore vinicolo italiano, all’interno di uno scenario internazionale che appare sempre più complesso e sfidante”.
Si assiste infatti a una riduzione dei consumi di vino in tutto il mondo, Italia compresa. Nel 2023 il fatturato dell’industria vinicola italiana è atteso al primo calo dal 2020: i conti chiuderanno in passivo del 2.9%, a 13.3 miliardi di euro, di cui 7.65 sul lato export (-2.2%) e 5.61 sul versante del mercato nazionale (-4%).
L’export risulta ancora e sempre di più la chiave di volta per rendere sostenibile il settore. Le stime indicano che il mondo che consuma vino in futuro non costruirà più la sua crescita sul volume, ma molto più probabilmente sul valore espresso dalle bottiglie di vino.
Una componente – quella del valore – che ha più declinazioni: il benessere fisico e spirituale, la sostenibilità ambientale ed etica, il consumo “sociale”, in cui il vino entra sempre di più in competizione serrata con altre bevande.
Italia del Vino nel corso del 2023 ha raggiunto il numero di venticinque soci grazie all’ingresso di tre prestigiose realtà della vitivinicoltura nazionale: Diesel Farm (Renzo Rosso e Arianna Alessi); Tenimenti Leone (Gruppo Calzedonia e Famiglia Veronesi) e Nosio spa (Gruppo Mezzacorona). Con questi ingressi il fatturato aggregato di Italia del Vino supera 1,5 miliardi di euro con una quota dell’export nazionale di settore del 15%.
L’occupazione complessiva si attesta su 3.500 unità per una produzione complessiva di oltre 230 milioni di bottiglie ed una superficie vitata complessiva di oltre 15 mila ettari ubicati in 19 regioni italiane.
Il Consorzio vede dunque queste cantine aderenti: Angelini Wines & Estates, Banfi, Bisol 1542, Ca Maiol, Cantina Mesa, Cantine Lunae, Casa Vinicola Sartori, Di Majo Norante, Diesel Farm, Duca di Salaparuta, Ferrari Fratelli Lunelli, Gruppo Italiano Vini, Librandi Antonio e Nicodemo, Marchesi di Barolo, Medici Ermete & Figli, Nosio Spa, Ronchi di Manzano & C., Santa Margherita Gruppo Vinicolo, Tenimenti Leone, Tenuta La Palazza, Terre de La Custodia, Terredora di Paolo, Torrevento, Zaccagnini e Zonin1821.
ANSA