Il giro del mondo in 80 giorni fa 150 anni e festeggia in tv
Dal 27/12 su Rai2, coproduzione con Tennant e Scifoni
Londra, 1872.
Phileas Fogg, gentiluomo dell’Inghilterra vittoriana, trascorre le sue giornate al Reform Club con i vecchi amici dei tempi della scuola, Fortescue e Bellamy.
Ogni giorno lo stesso divano e la stessa zuppa: Brown Windsor con manzo bollito. Fino a quell’articolo di giornale in cui si racconta come sia possibile, nel 1872, fare il giro del mondo in ottanta giorni, grazie alle innovazioni tecnologiche.
Se avete letto il libro, impossibile non riconoscere l’inizio di una delle più strabilianti avventure immaginate da Jules Verne: Il giro del mondo in 80 giorni, che a cavallo tra il 2023 e il 2024 festeggia i 150 anni dalla prima pubblicazione come romanzo nel 1873 e dalla prima storica edizione italiana, pochi mesi dopo.
Per l’occasione, la storia della più mirabolante scommessa della letteratura inglese (riuscire, appunto, a girare il globo in soli 80 giorni) debutta anche in tv nella nuova coproduzione internazionale Slim Film + Television e Federation Entertainment per l’Alleanza Europea formata da Rai, France Télévisions e Zdf (ma tra i partner ci sono anche Masterpiece/PBS dagli Usa, Peu Communications dal Sud Africa e Be-Films and RTBF dal Belgio), con David Tennant protagonista insieme a Ibrahim Koma nei panni del maggiordomo Passepartout e Leonie Benesch in quelli della corrispondente del Daily Telegraph, Abigail “Fix” Fortescue.
In tutto, otto episodi, diretti a sei mani da Steve Barron, Brian Kelly e Charles Beeson, che in Italia vedremo dal 27 dicembre su Rai2, con qualche licenza narrativa: nella serie c’è infatti anche un misterioso biglietto che arriva dal passato, mentre “Fix” nel romanzo era un ispettore di polizia che dava la caccia a Fogg per un reato che non aveva commesso.
“E’ una storia senza tempo, universale – racconta Tennant – Una di quelle che passa di generazione in generazione e mi auguro che questa nuova versione trasmetta al pubblico l’amore per il viaggio e i mondi sconosciuti.
C’è un sacco di azione e avventura, ma anche la scoperta dell’anima dei personaggi”.
Tra treni, navi, cavalcate a dorso di cammello nel deserto e il mitico giro in mongolfiera, il viaggio parte da Londra, poi c’è Parigi in una tumultuosa rivolta, l’Italia e si arriva al Canale di Suez per approdare ad Al Hudaydah. Da lì, ecco Bombay, Hong Kong e, veleggiando, l’America fino a New York, per tornare verso Londra.
Protagonista della tappa italiana è Giovanni Scifoni nei panni del ricco industriale Niccolò Moretti. “Tutta la puntata – racconta l’attore all’ANSA – si volge su un treno per Brindisi”, che resta però bloccato da davanti un ponte danneggiato per un terremoto.
“Moretti – dice – è un uomo ricchissimo, razionale.
Viaggia con suo figlio piccolo e a bordo incontra Fogg. I due uomini rappresentano lo scontro fra due ideologie e due visioni della modernità: Moretti capitalista e Fogg sognatore”.
Il romanzo? “Lo avevo letto da ragazzo, perché mio padre mi obbligava a leggere Salgari, Verne, Melville – sorride – Ricordo che di Moby Dick non capii nulla. Ma noi ragazzi della mia generazione rimanevamo ancora affascinati dal funzionamento di un vaporetto.
Oggi con i miei figli ho fallito miseramente su certe letture. Sono riuscito solo con Jack London, uno scrittore pazzesco anche per loro”.
E, per la prima volta, nella serie – che nel cast conta anche Jason Watkins, Peter Sullivan e Anthony Flanagan – Fogg recita con suo figlio Ty, 18 anni, nella tappa a New York.
“Era tanto che desideravo lavorare con lui – confessa – Ty interpreta una sorta di delinquente e prova a fare fuori Fogg in un magazzino.
Quindi direi che abbiamo sviscerato tante dinamiche familiari, quel giorno”.
ANSA