Nordio: “Giustizia già più rapida, si può aprire una nuova fase”
L'inaugurazione dell'Anno Giudiziario in Cassazione. La presidente Cassano: "In calo la durata dei processi. Più impegno contro i femminicidi"
In quest’anno siamo “chiamati a consolidare un’inversione di tendenza”, “proseguendo in quel ‘profondo processo riformatore’ che lei signor presidente ha più volte sollecitato.
Ora gli effetti cominciano a manifestarsi, in termini di abbattimento dell’arretrato e di riduzione dei tempi di definizione dei processi”.
Così il ministro della Giustizia Carlo Nordio nel suo discorso all’inaugurazione dell’anno giudiziario in Cassazione, rivolgendosi a Mattarella.
Per Nordio, questo sarà l’anno giudiziario “delle conferme delle opportunità che abbiamo di entrare in una nuova fase in cui la giustizia è forza motrice di una rinnovata crescita del Paese”.
“È altrettanto indubbio, però, che un forte impegno della Polizia giudiziaria e della Magistratura non è sufficiente e che esso deve essere preceduto da una forte azione di sensibilizzazione e prevenzione culturale e sociale e da azioni di ampio respiro che coinvolgano non solo la famiglia e la scuola, ma l’intera collettività e siano in grado di incidere sulle cause generali di questa drammatica involuzione delle relazioni interpersonali, in cui sulla dimensione affettiva prevalgono tragicamente l’idea del possesso e del predominio sulla donna e il disconoscimento dell’uguaglianza di genere.
Occorre, inoltre, promuovere l’indipendenza economica delle donne, in quanto non può esservi libertà di denuncia senza la libertà dai bisogni primari”.
E’ quanto afferma, parlando dei femminicidi, la Prima Presidente della Corte Suprema di Cassazione Margherita Cassano nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario.
MORTI SUL LAVORO
“Dai dati messi a disposizione dall’Inail risulta che le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale sono state, nei primi undici mesi del 2023, 968 (38 in meno rispetto alle 1006 del periodo gennaio-novembre 2022, 148 in meno rispetto al 2021, 183 in meno rispetto al 2020 e 29 in meno rispetto al 2019)”.
E’ quanto afferma la Prima Presidente della Cassazione Margherita Cassano. Nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’Anno giudiziario, la più lata carica della Suprema Corte ha aggiunto che “i dati, pur se in lieve flessione rispetto all’anno precedente, continuano ad essere l’espressione di una grave patologia sociale cui è urgente porre rimedio mediante una forte azione preventiva incentrata sul recupero di effettività di controlli seri, efficaci, moderni, capillari. In un moderno Stato di diritto non è tollerabile che si continui a morire a causa del lavoro”.
LE RIFORME DEL PROCESSO CIVILE E PENALE
“L’anno appena trascorso ha visto l’intera magistratura sia ordinaria sia onoraria impegnata nel dare attuazione alle riforme del processo civile e penale varate nel 2022. Si è trattato di uno sforzo corale animato da alta tensione ideale, da grande senso di responsabilità, da scrupolosa attenzione agli aspetti organizzativi quale componente essenziale della cultura del magistrato”, afferma Cassano.
CARCERE E ALTERNATIVE
La presidente Cassano ha inoltre evidenziato che “nel settore del diritto penale sostanziale ha ricevuto regolamentazione compiuta la giustizia riparativa, è stata superata l’ottica carcero-centrica ed è stato introdotto un inedito, ampio ventaglio di risposte punitive, volte, soprattutto per i reati di minore gravità, a privilegiare forme risarcitorie e restitutorie”.
LA DURATA DEI PROCESSI
“Negli uffici di merito, nel settore penale le pendenze si sono ridotte del 13% nei Tribunali e del 6,5% nelle Corti d’appello; un dato tanto più significativo ove si consideri l’aumento dei procedimenti di nuova iscrizione pari complessivamente nel 2023 a 2.447.467 rispetto ai 2.413,467 del 2022 e ai 2.423.842 del 2021 (+1,4% rispetto all’anno precedente)”, afferma Cassano.
Il numero dei procedimenti definiti è “aumentato dell’8,3% in primo grado e del 10,6% in appello. Il disposition time è sceso, in Tribunale, a 310 giorni, rispetto ai 386 del periodo precedente e, in Corte d’appello, a 689 giorni rispetto agli 815 del periodo precedente – aggiunge Cassano -. È, quindi, possibile formulare una prognosi di conseguimento degli obiettivi fissati dal PNRR, pari, rispettivamente, a 282 giorni per i Tribunali e a 601 giorni per gli Uffici di secondo grado”.
“La rapida successione di leggi – ha detto Cassano – soprattutto se ispirate da logiche settoriali, determina i presupposti di possibili incoerenze del sistema complessivo e pesanti ricadute sul funzionamento della giustizia, attesa la stretta interdipendenza esistente tra regole sostanziali e processuali e modelli organizzativi proiettati a garantire la corretta e utile celebrazione di processi nell’osservanza dei diritti fondamentali”.
ANSA