POLITICA

Chiorazzo su giornata della memoria : ricordare il passato per costruire un futuro diverso di cui poter andare fieri

Con una nota diffusa sulle sue pagine social il candidato governatore di Basilicata Casa Comune Angelo Chiorazzo commenta il suo ricordo della giornata della memoria.

Le emozioni più forti, intense e dure della mia vita le ho provate nei campi di Auschwitz e Birkenau. Ricordo il silenzio, pesantissimo e assordante, gli sguardi smarriti dei giovani e degli anziani, le lacrime di tanti, le mie.

Ricordo l’angoscia e l’incredulità davanti a quell’orrore inimmaginabile. Ricordo di aver provato vergogna nel pensare alle tante volte che avevo espresso considerazioni superficiali sull’olocausto o cercato una giustificazione al fascismo e alle leggi razziali.

Ricordo l’imbarazzo al pensiero di essere cittadino di un Paese che era stato dalla parte sbagliata. In quel luogo ho capito per la prima volta l’immensità e la brutalità di quella tragedia, accaduta tra l’altro in un passato non troppo lontano.

Erano vivi i miei nonni e i miei genitori. Davanti alla cella di padre Kolbe promisi che da quel momento, ogni giorno, avrei dedicato un pensiero all’olocausto per non abbassare la guardia, per non negare o sottovalutare la malvagità di cui noi uomini possiamo essere capaci.

Bisogna ricordare la più grande vergogna del passato per costruire un mondo migliore. L’olocausto non iniziò con le camere a gas e con la brutalità nazista e fascista.

Ebbe inizio lentamente, nell’indifferenza di molti e nel silenzio interessato di altri. Proprio nel silenzio si è scritta la pagina più vergognosa della storia. Lo stesso sgomento e la stessa incredulità le ho provate ad Irpin e Boucha, le città martiri, in Ucraina.

Anche lì si stanno scrivendo pagine di storia con il sangue di donne e bambini: vittime della follia umana.

La strada è lunga. I tanti muri che l’occidente sta costruendo, il filo spinato che serve per respingere tanti uomini bisognosi, i confini immaginari che dividono il mediterraneo in due realtà, una per noi fortunati ed una per chi non ha nessuna prospettiva di una vita dignitosa, ci dicono che c’è ancora tanto da fare.

C’è tanto bisogno di pace. Il conflitto tra Israele e Palestina rischia di incendiare il mondo.

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