CRONACA

Accordo Italia-S.Sede su Bambino Gesù, sarà nell’area Forlanini

Vaticano compra l'area e paga affitto a Inail che realizza

La dichiarazione d’intenti siglata oggi tra Italia e Santa Sede sulla nuova sede del Bambino Gesù è “stata oggetto di un comune lavoro che è durato un anno”.

Lo ha detto il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, al termine della firma con il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato.

“E’ ovviamente il primo passo formale di un percorso – ha precisato Mantovano – speriamo di concludere sulla base delle previsioni entro il 2030” Mantovano ha detto che l’accordo rappresenta “l’esito della volontà comune di dare spazi adeguati ai bambini con gravi patologie, alle loro famiglie, ai medici che li curano e alla ricerca. Quando si dice che la politica si deve occupare di cose importante e serie, questo è il caso”.

Il governo italiano e la Santa Sede si sono detti d’accordo sull’aver individuato nell’area dell’ex Ospedale Carlo Forlanini di Roma “uno dei luoghi più idonei per la realizzazione della nuova sede” del Bambino Gesù.

Secondo quando prevedono gli accordi, il Vaticano comprerà l’area del Forlanini ma sarà l’Inail a costruire l’immobile del nuovo polo ospedaliero, mentre la Santa Sede pagherà poi un affitto alla stessa Inail. Come avviene per l’attuale ospedale al Gianicolo, l’area avrà una immunità di tipo extraterritoriale, come previsto dal Trattato del Laterano.

La Dichiarazione fa riferimento all’avvio di un confronto tra le parti sulla destinazione della sede storica di Sant’Onofrio, “tenendo conto dell’attuale funzione socio assistenziale del complesso e prevedendo anche il diritto di prelazione a favore dello stato italiano”.

Alla firma dell’accordo tra Italia e S.Sede sulla nuova sede del Bambino Gesù all’ambasciata di Italia presso la Santa Sede erano presenti anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri e il presidente dell’ospedale, Tiziano Onesti.

ANSA

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