CRONACA

Negato ancora ai familiari l’accesso alla salma di Navalny, Mosca: ‘Noi non c’entriamo’

Il Cremlino attacca i Paesi occidentali: 'L'inchiesta è ancora in corso, da loro dichiarazioni rozze'. Borrell (Ue): 'Sanzioni, possiamo colpire anche il sistema carcerario'. Il silenzio di Budapest. Berlino convoca l'ambasciatore russo

I collaboratori di Alexei Navalny, l’oppositore di Vladimir Putin  morto nei giorni scorsi in un carcere dell’estremo nord russo, hanno reso noto che le autorità hanno negato alla famiglia del dissidente l’accesso alla sua salma per il terzo giorno consecutivo.

Il Cremlino replica di non avere competenza sulla questione ed inoltre respinge quelle che definisce ‘dichiarazioni rozze’ da parte dei Paesi occidentali.

“La madre di Alexei e i suoi avvocati sono arrivati all’obitorio questa mattina presto. Non è stato permesso loro di entrare. Uno degli avvocati è stato letteralmente spinto fuori.

Quando è stato chiesto al personale se il corpo di Alexei fosse lì, non hanno risposto”: ha reso noto sui social media la portavoce di Navalny, Kira Yarmysh.

Quest’ultima ha anche riferito che  l’indagine delle autorità russe sulla morte di Navalny “è stata estesa”, secondo quanto riferito dagli inquirenti alla madre del dissidente morto venerdì scorso. “Non si sa per quanto tempo andrà avanti.

La causa della morte è ancora ‘indeterminata’. Mentono, prendono tempo e non lo nascondono nemmeno”, ha scritto su X Kira Yarmysh.

Ed il Cremlino ha fatto sapere che l’inchiesta è ancora in corso e per il momento non ci sono risultati.

A questo proposito, ha definito inammissibili le dichiarazioni “rozze” da parte dei Paesi occidentali sulla morte di Navalny fino a quando i risultati delle indagini non saranno resi pubblici. Lo ha detto il portavoce, Dmitry Peskov, citato dalle agenzie russe.

“In condizioni nelle quali non ci sono informazioni, è assolutamente inaccettabile fare affermazioni, diciamo, francamente rozze”, ha dichiarato Peskov secondo la Tass.

“Questo non è appropriato per i funzionari governativi, dalle cui labbra abbiamo sentito tali frasi.

E queste frasi, ovviamente, non possono causare alcun danno al capo del nostro Stato, ma non danno assolutamente una buona immagine di coloro che fanno tali dichiarazioni”, ha affermato ancora il portavoce di Putin.

Il silenzio dell’Ungheria, ‘sanzioni contro Mosca una soluzione di facciata’

“L’Unione europea, affetta da psicosi bellica, intende solo obbedire a Washington, ai media liberal e alle Ong varando l’ennesimo pacchetto di sanzioni” contro la Russia “certamente del tutto inutile, che serve solo come una soluzione di facciata” in concomitanza con il secondo anniversario della guerra in Ucraina.

Lo scrive su Facebook il ministro degli Esteri ungherese, Péter Szijjártó, presente al Consiglio Affari Esteri a Bruxelles. Budapest ha bloccato finora l’approvazione del tredicesimo pacchetto di sanzioni Ue. Silenzio sulla morte di Alexei Navalny, su cui non v’è stata alcuna reazione da parte del governo di Orban.

Berlino convoca l’ambasciatore russo

Il ministero tedesco degli Esteri ha comunicato di aver convocato oggi l’ambasciatore russo in merito alla morte di Alexei Navalny e la repressione delle proteste degli oppositori politici in Russia. Lo ha comunicato oggi a Berlino la portavoce del ministero tedesco degli Esteri, durante la conferenza stampa di governo.

Borrell (Ue): ‘Sanzioni contro i responsabili della morte di Navalny’

“Gli Stati membri proporranno sicuramente delle sanzioni contro i responsabili” della morte del dissidente russo, Alexei Navalny. “Il responsabile è Putin stesso, ma possiamo scendere fino alla struttura istituzionale del sistema penitenziario in Russia”.

Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue Josep Borrell, a margine del Consiglio Affari Esteri in corso a Bruxelles. “Ma – ha puntualizzato – non dimentichiamo chi è il vero responsabile della morte di Navalny”.

“Dobbiamo lanciare un messaggio di sostegno all’opposizione russa’, ha anche detto Borrell, il quale ha annunciato che proporrà che il regime di sanzioni dell’Unione Europea sui diritti umani prenda il nome di Navalny, “in modo che il suo nome sia ricordato per sempre”.

Da parte sua, la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, ha detto che è in corso l’adozione del tredicesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia, che terrà conto anche delle conseguenze della morte del dissidente russo Alexei Navalny. “Siamo alle battute finali, speriamo di portarlo a termine presto” ha aggiunto, specificando che le misure sanzionatorie riguarderanno anche i droni.

“Il presidente russo – ha aggiunto – sta agendo contro la libertà, la libertà dell’Ucraina, ma anche contro la libertà del suo stesso Paese. Alexei Navalny ha dovuto pagare con la vita questa brutalità contro la libertà in Russia.

I nostri pensieri non sono solo con la sua famiglia, con le tante, tantissime persone coraggiose intorno ad Alexei Navalny che si battono per la libertà in Russia, ma saremo anche qui oggi con Yulia Navalnaya qui a Bruxelles, perché lo spirito di libertà non può mai essere messo a tacere per sempre”.

ANSA

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