POLITICA

Piantedosi: ‘Niente processi sommari alle forze di polizia’

Il ministro dell'Interno: 'Quando si giunge al contatto fisico con minorenni è una sconfitta'. Ma il corteo di Pisa era 'in totale violazione della legge'. Si rileva 'un clima di crescente aggressività contro le forze dell'ordine'

“La visione delle immagini degli scontri di Pisa, circolate sui media, ha turbato anche me.

Siamo aperti a ogni analisi e autocritica allorquando, anche una sola manifestazione o un solo momento di una singola manifestazione, tra le migliaia che si svolgono ogni anno, impone un approfondimento.

Tutti auspichiamo che le manifestazioni pubbliche si svolgano pacificamente e senza incidenti e quando si giunge al contatto fisico con ragazzi minorenni è comunque una sconfitta ed è ancor più necessario svolgere ogni verifica con puntualità, obiettività e trasparenza”. Così il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera.

“Consentitemi di sottolineare il diritto degli appartenenti alle forze di polizia di non subire processi sommari. Sono lavoratori che meritano il massimo rispetto!

La gestione dell’ordine pubblico è un impegno quotidiano, delicato e non privo di rischi, svolto con la massima dedizione dalle donne e dagli uomini in divisa”.

Così il ministro dell’Interno. “Respingo fermamente – aggiunge – ogni tentativo di coinvolgere, nelle polemiche politiche, il lavoro delle Forze di polizia, presidio delle Istituzioni democratiche a cui è rimesso il compito, fondamentale e imprescindibile, di garantire a tutti, in modo imparziale, l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione”.

Piantedosi, nell’aula della Camera, invita a non “fare processi sommari alle forza dell’ordine” e tutti i deputati del centrodestra si alzano in piedi per battere le mani a lungo. Piantedosi è ai banchi del governo accanto al ministro della Scuola Giuseppe Valditara.

Per la manifestazione di Pisa di venerdì scorso, “in totale violazione di legge, non era stato presentato alcun preavviso alla questura”, ha detto Piantedosi.

La questura, aggiunge il ministro, “avendone avuta notizia, ha cercato più volte, senza esito, di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso, al fine di poter disporre idonei servizi di ordine pubblico”.

Secondo il ministro, dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre su tutto il territorio nazionale si è sviluppata “un’ampia e variegata mobilitazione filopalestinese, in molti casi promossa da sodalizi riconducibili all’area antagonista o in cui è stata rilevata una consistente partecipazione di attivisti di tale estrazione.

In questo ambito, è stato, inoltre, riscontrato un crescente fermento tra le componenti studentesche di area antagonista”.  Si è inoltre evidenziato, aggiunge Piantedosi, “un clima di crescente aggressività nei confronti delle Forze dell’ordine, sia allo scopo di essere attrattiva che di provocare reazioni da parte di chi gestisce l’ordine pubblico, al fine di aumentare il livello di contrapposizione fra la ‘piazza’ e le Istituzioni”.

“Rivolgo un sentito ringraziamento, a nome di tutti gli appartenenti alle Forze di polizia, al presidente della Repubblica per la solidarietà espressa agli agenti della Polizia di Stato che ieri, a Torino, mentre svolgevano un servizio connesso al rimpatrio di un immigrato, pluricondannato per gravissimi reati, sono stati vittime di una violenta aggressione da parte di un nutrito gruppo di anarchici”.

Così il ministro dell’Interno.”Lo ringrazio anche – aggiunge – per aver ribadito, sia a me che al Capo della polizia, la piena fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia di Stato”.

“Ho condiviso pienamente – prosegue il ministro – le parole pronunciate dal presidente Mattarella all’indomani degli scontri di Pisa. Come il capo dello Stato sono convinto anch’io che l’autorevolezza delle forze di polizia non si nutre dell’uso della forza.

Questa autorevolezza si fonda sul sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana”.

Alla manifestazione di Pisa di venerdì scorso, “per garantire l’incolumità degli operatori di polizia, compressi contro l’automezzo collocato alle loro spalle, veniva effettuata una carica di alleggerimento, consentendo al personale di avanzare di qualche metro e di allentare così la pressione dei manifestanti”. Così la ricostruzione del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, nella sua informativa alla Camera.

In precedenza gli agenti avevano tenuto la posizione “utilizzando i soli scudi, nonostante i manifestanti continuassero a mettere in atto una pressione con spinte, calci, insulti, sputi e tentativi di sottrarre gli scudi”.

Meloni: ‘E’ pericoloso togliere il sostegno alla Polizia‘: É un “gioco che può diventare molto pericoloso” quello di “togliere il sostegno delle istituzioni a chi ogni giorno rischia la sua incolumità per garantire la nostra”.

Sei giorni dopo le botte agli studenti in corteo a Pisa, e il richiamo del presidente della Repubblica Sergio Mattarella sul “fallimento” che queste rappresentano per le forze dell’ordine perché “l’autorevolezza” non si misura sui manganelli, la premier Giorgia Meloni conferma il sostegno del governo alla Polizia e mette in guardia dai rischi che potrebbero derivare da un crollo di fiducia nei confronti di chi garantisce la sicurezza.

Parole che arrivano nel giorno in cui si intrecciano due episodi non legati tra loro, ma che è invece il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a mettere in qualche modo in relazione: il trasferimento del dirigente del Reparto Mobile di Firenze Silvia Conti – da cui dipendono amministrativamente i reparti che hanno operato a Pisa – che  prenderà servizio alla sezione anticrimine di Pescara e che tra sei mesi andrà in pensione, e l’assalto ad una volante della Polizia davanti alla questura da parte degli antagonisti avvenuto nel pomeriggio a Torino”.

Un’inaccettabile atto di violenza” che è, sottolinea infatti il titolare del Viminale, “sintomatico del clima di veleno e sospetto a cui sono sottoposti in questi giorni le forze dell’ordine e la Polizia in particolare”.

Sia la premier che il ministro – che oggi farà la sua informativa in Parlamento proprio sui fatti di Pisa – dunque, si schierano apertamente con i poliziotti, perché non si può parlare di loro “solo quando qualcosa non funziona”. Ribadendo, lo ha fatto nei giorni scorsi Piantedosi e lo ha fa oggi Meloni, che “se qualcuno sbaglia, chiaramente si deve intervenire e sanzionare”.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiamato il capo della Polizia per essere informato di quanto avvenuto e per esprimere solidarietà agli agenti della pattuglia aggredita a Torino. Il capo dello Stato ha inoltre ribadito fiducia e vicinanza nei confronti della Polizia. Subito dopo il presidente ha sentito il ministro Piantedosi.

Boccia: ‘Spero che parole della Meloni non fossero per Mattarella’

“Meloni dice che è pericoloso togliere il sostegno alla Polizia? Nessuno ha mai tolto il sostegno alla Polizia, così come alle altre forze dell’ordine e Forze armate, alla Protezione civile e ai Vigili del fuoco, che ringraziamo ogni giorno perché sono in prima linea.

E’ pericoloso portare il ragionamento su questo piano, mi auguro che la Premier Meloni non facesse riferimento alle parole scolpite sulla pietra del Presidente della Repubblica.

Una cosa è voler chiarire e condannare cosa è accaduto durante l’episodio gravissimo di Pisa, un’altra mettere in discussione il ruolo della Polizia.

Mi auguro che la destra non voglia proseguire su questo terreno securitario, hanno iniziato con un decreto rave che non serviva, hanno proseguito con provvedimenti bandiera per cui quando accade qualunque cosa intervengo con mazza e sicurezza”. Lo ha detto Francesco Boccia, presidente del gruppo del Pd al Senato, a Omnibus su La7.

“Ma questa sorta di machismo della destra, per cui sono arrivati quelli duri e rigorosi e che frana davanti alla complessità della realtà, lo metterei da parte – ha proseguito Boccia – e mi confronterei su quanto sta accadendo nel nostro Paese e sul disagio dei giovani.

Dopo l’informativa di Piantedosi spero che il Parlamento si ritrovi unito nel dare risposta alle famiglie di quei ragazzini delle medie e del liceo che sfilavano a Pisa, mentre i loro docenti e i genitori erano alla finestra. Evitiamo parole ambigue che nascondono un’insofferenza crescente verso tutto quello che non è condiviso da certa destra”.

ANSA

 

 

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