POLITICA

Transizione ecologico-energetica e impatti socio-economici in Basilicata, comunicato di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil

La transizione energetica è la sfida più significativa che ci troveremo ad affrontare nei prossimi anni – è quanto affermano Francesco Iannielli, Francesco Carella e Giuseppe Martino, rispettivamente segretari generali di Filctem CGIL Potenza, Femca CISL Basilicata e Uiltec UIL Basilicata – per gli impatti produttivi, economici, sociali e occupazionali che il nuovo scenario determinerà.

E per la Basilicata questo ragionamento assume una dimensione assai importante dal punto di vista della strategicità per le opportunità di sviluppo del territorio che, evidentemente, riguardano la capacità di saper programmare e concretizzare una visione la quale, senza alcun dubbio dovrà traghettare il cambiamento verso una condizione di abbandono dei combustibili fossili a vantaggio dei sistemi di produzione di energia green.

Siamo consapevoli che l’obiettivo “zero emissioni” va raggiunto entro il 2050 (e non entro il 2030) – continuano Iannielli, Carella e Martino -, ma crediamo sia assolutamente necessario ragionare su come ci arriviamo, e sicuramente sarebbe un clamoroso errore trascurare gli impatti e i riflessi di un processo di tale portata non governato dal punto di vista sociale, occupazionale e produttivo.

Non dimentichiamo che la Basilicata è terra di estrazioni, che l’economia di intere aree lucane ruota attorno alle attività estrattive, e che sono occupati nel settore circa 4000 lavoratori, e pensare di poter cambiare il modello dall’oggi al domani, come un interruttore che si spegne e un altro che si accende è pura retorica populista.

Non solo, se tutto questo fosse di reale possibile attuazione (e non lo è), determinerebbe una tragedia dal punto di vista economico-produttivo, sociale e occupazionale.

È nostra convinzione che le aspettative di miglioramento delle condizioni di vita delle persone e la necessità di creare ricchezza e occupazione per i lucani, non possano prescindere, ancora, dall’attuale modello di sviluppo e dal ricorso allo sfruttamento delle fonti fossili disponibili, pur nella consapevolezza che il loro abbandono sarà ineludibile.

Dunque la transizione energetica è e sarà sempre oggetto di responsabilizzazione politica.

Occorrerà coraggio nelle scelte ma anche grande coerenza e impegno, nella consapevolezza che il fabbisogno energetico di un territorio e di un Paese crescerà nei prossimi anni, e la transizione si reggerà su processi di riconversione ancora medio-lunghi che andranno progettati, realizzati e soprattutto finanziati con risorse che attualmente provengono dall’economia espressa dall’oil&gas.

È utile ricordare, a questo proposito, che le ingenti risorse finanziarie rivenienti dalle royalty (solo alla regione Basilicata nel 2023 sono stati versati circa 140 milioni di euro sulla produzione 2022 e circa 14 milioni di euro sulla produzione 2021) e altri accordi di compensazione ambientale (200 milioni di metricubi di gas per un introito stimato di circa 2 miliardi di euro in 10 anni), sono state utilizzate negli anni per finanziare la spesa corrente e distribuite adottando una “politica dei bonus”, senza un visione organica e lungimirante capace di costruire un progetto di nuovo sviluppo produttivo e industriale per il futuro.

Pensare di poter rinunciare alle risorse economiche dell’oil&gas già dal 2030 è pura follia, e le passerelle elettorali di chi sostiene questo paradigma non ci convincono affatto. Infine – concludono Iannielli, Carella e Martino – Il TAR del Lazio ha recentemente accolto i ricorsi delle compagnie petrolifere, ristabilendo di fatto un equilibrio di una situazione che vedeva potenzialmente compromessa la possibilità del rinnovo delle concessioni in scadenza fra 5 anni.

Il sindacato è e resterà al fianco dei lavoratori e del popolo lucano in generale, adoperandosi al meglio affinché nel tempo che ci separa dal completamento del processo di transizione, al fine di traguardare la decarbonizzazione, siano assicurati, in un’ottica di programmazione, sviluppo, occupazione e sicurezza.

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