Incontro sulla legalità a Lagonegro con Angelo Chiorazzo ed il giornalista Borrometi
Pensare che i problemi di criminalità siano endemici ad alcune zone mentre altre ne siano esenti è un errore che può risultare fatale.
Lo dimostrano le tante inchieste che raccontano come la criminalità organizzata si sia ormai insediata nel Nord Italia.
La testimonianza che Paolo Borrometi, giornalista costretto a vivere costantemente sotto scorta per la sua azione di contrasto ai clan, ci ha portato oggi in piazza a Lagonegro deve essere tenuta ben presente.
Come il suo invito a limitare un astensionismo che alla fine delega a scegliere le stesse persone che ci hanno condotto alla rassegnazione coi loro comportamenti non etici.
In Basilicata non siamo immuni da questo fenomeno, ma c’è ancora spazio per contrastarlo. Servono atteggiamenti coerenti e decisi.
La criminalità accorre dove trova un terreno fertile di connivenze, relazioni corte della pubblica amministrazione e anche malaffare e, se vogliamo evitare che i nostri figli abbiano a che fare con i boss, dobbiamo partire dall’etica nell’economia, nella pubblica amministrazione nei comportamenti interpersonali.
Atteggiamenti “paramalavitosi” di chi si crede il dominus di un territorio oltre ad essere odiosi rappresentano precedenti pericolosi. In Basilicata abbiamo avuto un comune, Scanzano Jonico, sciolto per infiltrazioni criminali e che fatica a tornare alla normalità.
Abbiamo allarmi su massicci problemi di riciclaggio in attività lecite grazie a prestanome.
Abbiamo, come tanti altri posti, la piaga della droga, ma cominciano anche ad esserci sempre più frequenti segnali di un racket delle estorsioni che qui prima era marginale.
E ci sono episodi preoccupanti e ancora non chiariti, ma confidiamo che si arrivi presto alla verità, come quello accaduto proprio a Lagonegro in cui sono state utilizzate le armi in un atto intimidatorio che ha riguardato un esponente del consiglio comunale.
In tutte queste occasioni la risposta deve essere decisa, unitaria, senza tentennamenti e senza indulgenze per nessuno.
Una risposta delle istituzioni, della politica e della società tutta che si deve unire a quella della magistratura e delle forze dell’ordine che restano il presidio necessario.
Per questo ho già detto che dobbiamo rivendicare con forza nei confronti di Roma la doverosa attenzione in termini di personale e di dotazioni.