Mogol a Londra sul filo dei ricordi: pensieri, parole e canzoni
Si racconta all'Istituto di Cultura, da Battisti alla pace in Mo
“Ho fatto fatica a convincere Lucio Battisti a cantare.
Lo faceva indiscutibilmente meglio dei cantanti a cui proponeva le musiche che scriveva, per cui alla fine sono riuscito a fargli capire che doveva essere lui a cantarle: ed è stato un successo”.
Non poteva non esserci questo ricordo nel filo conduttore di domande e risposte che hanno fatto da sfondo all’incontro confidenziale ospitato dall’Istituto di Cultura Italiano a Londra, fra Giulio Rapetti, in arte Mogol, e un pubblico da grandi occasioni: incontro fitto di memorie e aneddoti sulla storia della canzone italiana, inframmezzato da successi intramontabili cantati a squarciagola dai presenti.
Introdotto dal direttore dell’Istituto, Francesco Bongarrà, e alla presenza dell’ambasciatore d’Italia nel Regno Unito, Inigo Lambertini, il paroliere per antonomasia della storia musicale italiana è tornato nella capitale britannica, dove in passato aveva incrociato la strada con non pochi grandi della musica, da Bob Dylan e da Pete Townshend degli Who.
E nella sede di Belgrave Square ha parlato per due ore con tanti italiani di Londra entusiasti. Raccontando, in un incontro a cuore aperto moderato da Natalia Augias, corrispondente Rai dalla capitale britannica, la storia, il “movente” delle canzoni più belle da lui scritte, fra gli altri, per Battisti o per la Premiata Forneria Marconi.
Tra un motivo intramontabile e l’altro, una galleria di ricordi. Da quello di Enzo Tortora, popolare presentatore tv e suo amico “ingiustamente arrestato”, ai tanti – immancabili – sul rapporto “con Lucio”.
Fino al racconto dell’accoglienza che il paroliere 87enne ha dato a due famiglie ucraine, sue ospiti dallo scoppio della guerra con la Russia.
“Ora, dopo due anni, parlano l’italiano e sono felice di averle accolte”, spiega, non senza rievocare sul versante della solidarietà l’esperienza della Nazionale cantanti di calcio: capace “negli anni di raccogliere 100 milioni di euro a favore di bambini che hanno bisogno”.
Poi, sullo sfondo del drammatico contesto bellico attuale in Medio Oriente, ecco il flash sulla partita che anni fa vide sfidarsi in campo proprio la rappresentativa dei cantanti italiani e una squadra composta da israeliani e palestinesi, insieme, “con Peres e Arafat che in tribuna, sorridenti, si stringevano la mano”. “Preghiamo – la sua conclusione – perché in Terra Santa torni la pace. E ricordatevi: se nella vita fai qualcosa di bene, ti torna indietro”.
ANSA